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Napoli – Welfare al collasso, protesta choc a piazza del Plebiscito. Torna la ghigliottina a Napoli dove a cadere, naturalmente per finta, sotto la lama del boia sono i disabili abbandonati e di fatto condannati, come denunciano gli organizzatori della manifestazione, alla pena capitale e alle finte esecuzioni. All’iniziativa di protesta tenutasi davanti alla Prefettura hanno partecipato numerose persone che hanno accolto l’invito dell’associazione a sostegno dei disabili “Tutti a scuola” e delle numerose organizzazioni del terzo settore messo in ginocchio negli ultimi anni da una politica che, hanno spiegato, «ha dimenticato i disabili».

E con i disabili con le loro famiglie anche operatori dei servizi socioassistenziali, hanno sostenuto l’iniziativa in piazza avendo come l’obiettivo di portare all’attenzione di tutti i cittadini italiani la situazione di grave sofferenza che investe le persone più fragili, a partire da quelle con disabilità fisica e psichica. “Sul fronte nazionale – ha spiegano Toni Nocchetti di “Tutti a Scuola” – si contestano i continui tagli al sistema sanitario che stanno penalizzando soprattutto il Sud con una ricaduta sulla qualità e sulla continuità dell’offerta di servizi sociali, sanitari ed educativi“. “Siamo qui anche per denunciare – continua Nocchetti – la mancanza di misure di contrasto alla povertà quanto mai necessarie, e la totale assenza di politiche di inclusione per le persone con disabilità. In pratica una condanna all’abbandono. Una sentenza decisa dall’alto che abbiamo simbolicamente portato in piazza allestendo il patibolo”. Accanto alla ghigliottina anche due boia che, dopo la lettura delle motivazioni della condanna, lasciavano cadere la finta lama. Tra le cifre del disagio indicate dagli organizzatori ci son ad esempio i 250mila ragazzi senza sostegno scolastico adeguato e 400mila famiglie di ragazzi autistici abbandonate a se stesse. “Le ragioni della manifestazione – conclude Nocchetti – incrociano la vertenza degli operatori socio-sanitari che rischiano il posto di lavoro a causa dei tagli al welfare“.