“Se si fosse puntato di più anche sul potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione, garantendo maggiori risorse e personale, oggi non ci troveremmo nella condizione di dover correre a fare bonifiche per ridurre i rischi connessi al virus West Nile”. Lo afferma il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Napoli e provincia, Bruno Zuccarelli.
“Fortunatamente – spiega Zuccarelli – il West Nile non ha nulla a che vedere con i rischi del recente passato e con la possibilità di una pandemia. Ma siamo comunque al cospetto di un campanello d’allarme per un’attività di prevenzione che resta in larga parte dimenticata. Quello che stiamo vivendo deve essere considerato un monito a non trascurare i rischi, affinché in tutte le declinazioni possibili quel ‘mai più’ post-Covid non resti lettera morta, come purtroppo sembra ormai evidente che sia accaduto”.
Un appello, quindi, dall’ordine dei medici alla politica a potenziare i servizi incaricati di vigilare e prevenire, al quale si aggiunge anche un invito alla calma. “Sento parlare – spiega – di bollettini e di decessi come se si trattasse di un macabro deja-vu. È utile che tutti, a partire da chi ha il compito di fare informazione, comprendano che i casi che si stanno registrando non delineano un allarme. Di certo il West Nile non potrà mai avere conseguenze drammatiche come quelle del Covid. Non esiste alcun nesso tra i due virus”. Zuccarelli sostiene anche con forza quanto richiesto dal Prefetto di Napoli, Michele Di Bari: “Le bonifiche – dice – sono essenziali per garantire ambienti salubri e ridurre il rischio per le persone più fragili. La fragilità di alcuni non può essere dimenticata, anzi: è a questi pazienti che dobbiamo guardare con tutta la cautela e le precauzioni del caso. Parliamo di persone che combattono ogni giorno una battaglia contro la malattia e che possono realmente rischiare grosso per una banale puntura di zanzara. È principalmente a loro che dobbiamo garantire un ambiente salubre e sicuro”.
Attualmente in Italia è possibile stimare la presenza di “almeno 10mila infezioni da virus West Nile, la maggior parte asintomatiche”. E’ il calcolo, sulla base del numero attuale di decessi registrati nel 2025, effettuato da Federico Gobbi, direttore Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali e Microbiologia dell’Irccs Ospedale Sacrocuore Don Calabria Negrar. Le infezioni, avverte l’esperto, “potrebbero aumentare ma è difficile ipotizzare come andrà, perchè questo virus è imprevedibile sia in relazione al target di persone che verrà colpito sia nell’andamento”. Cruciali restano, dunque, la sorveglianza e il monitoraggio: “Purtroppo, se ci saranno più infezioni – afferma – aumenteranno inevitabilmente sia i casi gravi di neuro-encefalite sia i decessi”.