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Castellammare di Stabia (Na) – A margine del V-Day, mentre in Campania si parla ancora del vaccino effettuato dal Governatore De Luca, c’è una Regione che lotta giorno e notte contro un’altra pandemia, quella sociale.

Anche in tempi di Covid il “vero” vaccino della Campania ha un nome ben preciso: si chiama lavoro. Operai Whirlpool e Meridbulloni uniti nella lotta per l’obbiettivo comune: creare un futuro per questa terra e quindi mantenere in attività i siti industriali. Entrambe le vertenze hanno infatti il triste obiettivo di spostare le attività industriali fuori dal Mezzogiorno.

Per la nostra lotta – raccontano i lavoratori napoletani – per quello che facciamo noi siamo gli anticorpi, stiamo resistendo come vaccino vero e proprio. La speranza e che la nostra lotta porti un messaggio al Governo affinché si inverta questa situazione tra Nord e Sud”.

Così intorno alle 15 di questo pomeriggio una delegazione degli operai napoletani di Whirlpool è partita dalla fabbrica di via Argine a Ponticelli alla volta del Corso De Gasperi di Castellammare di Stabia. Teatro del presidio, in corso dallo scorso 18 dicembre, degli 81 lavoratori dello stabilimento stabiese della Meridbulloni.

L’importanza dell’incontro – spiega Vincenzo Accurso Rsu Whirlpool – è che entrambe le vertenza hanno alla base di spostare l’industria fuori dal Sud, per noi probabilmente in Cina per loro al Nord”.

Due vertenze – continua l’operaio napoletano – che nascono al Sud in Campania e entrambe vengono derubate del loro lavoro, venendo delocalizzate in luoghi più profittevoli. Tutto senza tener conto dei propri lavoratori delle leggi e delle regole di un Paese. Il governo approva una legge di bilancio che dovrebbe tenere al suo interno misure straordinarie per il lavoro e per il sud e poi nella pratica tutto questo rimane solo una propaganda sulla nostra pelle. Pretendiamo certezze prima dal Governo che dovrebbe essere garante del lavoro ed invece chiede sacrifici di ogni tipo ai suoi cittadini e non da ne tutele ne permette ai lavoratori di poter essere partecipi alla ripresa del Paese. Senza lavoro non c’è futuro”.

Dopo 12 tavoli al ministero, con il 13esimo atteso per la giornata di domani, i lavoratori napoletani non mollano ed estendono la loro lotta alle altre crisi del territorio. Affinché il Sud si possa realmente rialzare, sia dalla pandemia sanitaria che da quella sociale che da tempo, ben prima del Covid, a poco alla volta ha desertificato l’intera Campania.

Whirlpool e Meridbulloni non sono due azienda affatto casuali in questo scenario critico. Entrambe rappresentano l’eccellenza della mano d’opera campana in un territorio in parte già dismesso ed abbandonato dagli imprenditori.

Così per Napoli Est dove la fabbrica di lavatrici, già premiata come leader del settore nell’intero panorama europeo della multinazionale, viene ad essere il faro di speranza per quella che oggi è ormai diventata l’ex area industriale del capoluogo. Così come per la Meridbulloni che rappresenta uno degli ultimi presidi industriali d’eccellenza dell’intera area metropolitana di Napoli. Basti pensare che fino a qualche giorno fa sulle rosse di Maranello erano installati bulloni costruiti proprio nello stabilimento di Castellammare.

Il Governo che ieri parlava della legge di bilancio – chiariscono i lavoratori – parlava di strumenti che avevano messo in campo per migliorare le diversità tra Nord e Sud ma alla fine dei conti noi oggi siamo costretti ancora ad emigrare come era negli anni 50 e continuano i viaggi. C’è tanta forza lavoro dal Nord al Sud, ma perché non consolidare il lavoro al Meridione con tutti questi lavoratori”.

Non è vero che al Sud c’è disoccupazione, si è creata dal momento che si sposta il lavoro al Sud. Non è vero che il sud non ha lavoratori, sono costretti ad emigrare” è questo lo slogan di battaglia che oggi azzera i quasi 30 chilometri che dividono Stabia dal Capoluogo di Regione.

Il licenziamento mascherato degli 80 lavoratori della Meridbulloni – spiega il segretario generale della Uilm Campania, Antonio Accurso è proprio una brutta storia. Far passare il Natale ai lavoratori davanti ai cancelli in piena pandemia è un segno di disprezzo dei valori fondamentali della nostra società”.

Pensavamo – prosegue il segretario regionale – che imprenditori senza scrupolo facessero parte del secolo passato, ma l’impotenza del governo ad affrontare e fare rispettare leggi ed accordi in vertenze note come quella della Whirlpool e dell’ex Ilva, hanno dato il segnale che le istituzioni non riescono a frenare gli interessi del capitale e si limitano a registrare gli eventi”.

Oggi – conclude Accurso – nell’incontro di procedura ex art.47 l’azienda, senza spiegazioni credibili, ha confermato che gli 81 operai devono trasferirsi al Nord entro il 1° febbraio. Si tratta di uno scippo di lavoro dal Sud al Nord. Gli operai della Whirlpool sono venuti in delegazione ai cancelli per dare solidarietà e per sottolineare che c’è un filo conduttore che vede il meridione colpito dagli effetti della pandemia. La regione e il governo facciano la loro parte per fermare questo stillicidio e per rilanciare veramente i nostri territori”.