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Napoli – Un turno smonta ed un altro monta per la notte per loro è solo una chiusura momentanea. Gli operai Whirlpool di via Argine proseguono il presidio permanente nello stabilimento di lavatrici. Dopo la decisione della multinazionale statunitense di confermare la cessazione dell’attività su Napoli lo scorso 31 ottobre i lavoratori mantengono ancora vive le luci della speranza su una vertenza che merita ancora le dovute risposte.  E nel mentre cercano di impegnare il tempo rendendosi utili al territorio: “Diamo una mano come possiamo” spiegano.

Così tra il gelo di un inverno imminente e le peripezie di una lotta che va avanti da oltre 18 mesi gli operai di Ponticelli si rimboccano le maniche ripulendo le strade della periferia orientale adiacenti allo stabilimento.  “Armati” di scope, palette e sacchi della differenziata riportano a lucido strade e marciapiedi della zona. Ripulendo dal degrado un’area, come quella di Napoli Est, già abbandonata negli anni dalle istituzioni locali. Erbacce e sporcizie giacenti sull’asfalto da tempo immemore scompaiono finalmente dalle stradine di quella che un tempo era definita l’area industriale del capoluogo di Regione.

La nostra lotta è anche questo – raccontano gli operai – dediti al sacrificio e al bene comune a dimostrazione di essere da sempre un punto di forza, una realtà più che efficiente dentro e fuori dalla fabbrica”.  Un ennesimo atto di solidarietà nei confronti di un territorio che attraverso gli operai della Whirlpool grida a gran voce il rispetto della sua dignità e la voglia di avere un futuro. In un’area periferica di una grande città dove qui, forse più che altrove, il lavoro può essere un lodevole salvagente sociale. Mai come ora in tempi di pandemia.

Nel mentre il tempo scorre e i lavoratori continuano a presidiare 24 ore su 24 la fabbrica. Ricordando al Governo che la loro vertenza non è per niente chiusa.  Solo ieri, infatti, in Parlamento è stata presentata un’interrogazione urgente sulla vertenza firmata dal senatore napoletano Sandro Ruotolo e sottoscritta dai parlamentari De Petris e Errani.

Gli stessi ora chiedono al ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, come sia possibile che una multinazionale privata dopo aver preso milioni di soldi pubblici chiude un sito in piena emergenza sanitaria senza neanche aver rispettato gli accordi firmati proprio con il Governo italiano.

La decisione di chiudere Napoli preoccupa – spiega Ruotolo precisando la necessità di riaprire il tavolo di trattative tra Governo ed azienda – perchè c’è il rischio concreto di un disimpegno su tutto il gruppo in Italia; è necessario dare una risposta concreta ai lavoratori con un nuovo e diretto impegno del management della Whirlpool al tavolo per offrire solide prospettive di occupazione produttiva”.