- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – E’ un silenzio imbarazzante quello che rimbomba dagli anfratti del ministero dello Sviluppo Economico, dove nel pieno dell’emergenza sanitaria sembra che si siano già scordati degli operai Whirlpool di Napoli. Una chiusura, quella del sito di lavatrici, che tra Napoli e Campania ha lasciato in strada circa 700 lavoratori, nel pieno di una pandemia globale.

Lo stop alle produzioni del sito partenopeo non racconta, infatti, al meglio il dramma degli indotti regionali. Emblematico il caso di Carinaro, nel casertano, dove centinaia di operai che realizzavano “pezzi” per lo stabilimento di via Argine adesso, come loro, restano nello sconforto più totale, mentre non si arresta la curva dei contagi da coronavirus. 

Dopo le tante promesse ed una campagna elettorale fatta – in malo modo – sulla pelle dei lavoratori campani, il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, pare che si sia già scordato degli operai di Napoli Est. I lavoratori aspettano infatti ancora il tavolo permanente sulla vertenza della multinazionale Usa, annunciato lo scorso 30 ottobre, alla vigilia della chiusura dello stabilimento napoletano.

A sottolinearlo oggi è stato il segretario Generale Fim Cisl Campania, Raffaele Apetino che ha definito tale silenzio un segnale lampante che da Roma si sia ormai getta la spugna.
Ministro e governo forse non hanno chiara l’entità di questa vertenza – tuona il segretario della Fim, descrivendo i dati del disastro socio-economico -. In una regione con un alto tasso di disoccupazione come la Campania, dove ogni posto di lavoro rappresenta un argine alla criminalità organizzata. Siamo davanti ad una vertenza drammatica che interessa, non solo 357 lavoratori diretti ma altrettanti lavoratori dell’indotto che dallo scorso 31 Ottobre, a seguito della cessazione definitiva delle produzioni su Napoli, sono senza prospettive”.

Resteremo al fianco dei lavoratori di Whirlpool – chiarisce – supportando ogni forma di lotta utile al raggiungimento dell’obiettivo e in ogni caso in assenza di riscontri positivi da parte del governo sulla istituzione del tavolo permanente di crisi, anche in un periodo problematico per effetto della pandemia, come gruppo dirigente della Fim Cisl siamo pronti a mettere in campo forme di proteste eclatanti che portino ad una risoluzione positiva della vertenza”.