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Bruxelles (Be) – Un viaggio lungo quasi 2mila chilometri nel mezzo due anni di lotte operaie. La vertenza sulla chiusura del sito Whirlpool di Napoli arriva a Bruxelles. Da oggi l’interrogazione parlamentare è al vaglio della Commissione europea. Si chiede, come si legge nel documento, in che modo l’Unione Europea può agire per mantenere in attività il sito di Napoli, e quindi far rispettare l’accordo industriale firmato dall’azienda statunitense con il Governo italiano nell’ottobre 2018. A presentare l’interrogazione è stato l’europarlamentare napoletano di Fi, Fulvio Martusciello. “Per me – ha spiegato Martusciello ad Anteprima24 –  è un dovere e un piacere lottare per la crescita del mio territorio“.

Al centro della questione l’accordo industriale siglato tra il management dell’area europea della Whirlpool e il Governo. Al tavolo del Mise, l’ormai lontano 25 ottobre 2018, l’azienda statunitense si era impegnata nel rilancio produttivo del Paese, attraverso anche un piano di sovvenzioni statali per quasi 20 milioni di euro. L’accordo recitava testualmente “il sito conferma la sua missione produttiva di lavatrici a carica frontale di alta gamma”. Ma, a soli pochi mesi dalla firma, la stessa multinazionale dichiara il sito di Napoli “non sostenibile”.

Mettendo difatti in ballo il futuro di circa 420 operai napoletani. Scatenando un “terremoto” sociale che si allarga a tutto il territorio regionale dove, con gli indotti della Whirlpool in Campania, si arriva ad un bacino di oltre mille lavoratori che oggi rischiano il posto di lavoro.

Una vicenda paradossale se si pensa che il sito di Napoli, oltre ad essere l’unico della multinazionale nel Mezzogiorno, è anche il solo ad aver ricevuto proprio dalla Whirlpool attestati di merito in quanto fabbrica di “produzioni di alta gamma”. Sulla cornice politica, invece, il racconto di un totale flop del Movimento 5 Stelle. Prima con l’attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio poi con il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.

Basti pensare che proprio sull’accordo del 2018 c’è la firma dell’ex capo politico del movimento lo stesso, all’epoca ministro del Lavoro e vice Premier, tuonava al grido di “Napoli non chiude”. Ed oggi un altro pentastellato, il ministro Patuanelli, sembra più interessato alle proposte di reindustrializzazioni propinate da Invitalia che accompagnano difatti la Whirlpool alla delocalizzazione verso l’Est Europa.

Questo il racconto degli ultimi due tavoli convocati al Mise. Dove, da dopo il 31 luglio, operai e sindacati chiedono con forza l’intervento del Premier Giuseppe Conte sulla vicenda. Nel mentre il tempo scorre e la data del 31 ottobre si fa sempre più vicina, lasciando nel limbo dell’incertezza i lavoratori campani.