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“Quella era una scena da evitare a tutti i costi. Purtroppo, il gusto per il morboso può aggredire chiunque, ma non deve essere alimentato a sangue e mente freddi da chi ha responsabilità professionali. Benedetto giornalismo, prezioso per la crescita della libertà e della cultura, non sostituirti agli inquirenti, lascia a loro il peso e la fatica di visionare quelle scene strazianti, non gettarle, inutilmente, in pasto a tutti”. E’ una attenta riflessione di don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, noto per il suo impegno nella Terra dei Fuochi, che vi proponiamo per questo nuovo appuntamento di Ape24.

Patriciello analizza le reazioni scatenatesi negli ultimi giorni dopo la diffusione del drammatico video della tragedia della funivia di Mottarone-Stresa, in cui nella mattinata di domenica 23 maggio hanno perso la vita 14 persone, dopo che la cabina n. 3, spezzatosi il cavo che la trainava, ha iniziato a viaggiare all’indietro a velocità folle, senza essere bloccata dai freni fuori uso per via del ‘forchettone’.
Dalle immagini, registrate da due telecamere di sorveglianza della stazione a monte dell’impianto, si nota la cabina arrivare praticamente a destinazione. Ed è proprio in quel momento, a pochissimi metri dall’arrivo, che la fune cede e dà avvio al drammatico incidente. Un viaggio terrificante lungo circa 300 metri e durato una manciata di infernali secondi, fino all’epilogo tragico contro un pilone della struttura della stessa funivia.
Un filmato straziante, ora agli atti dell’inchiesta che sta svolgendo la Procura della Repubblica di Verbania, che ha scosso l’Italia intera e ha fatto tanto male a tutti noi che non abbiamo conosciuto le vittime, immaginiamo quanta sofferenza avrà provocato in chi li amava.
La comunicazione in senso generale, e con essa l’informazione, rappresentano un grande potere che porta con sé un’altrettanta grande responsabilità. Tale responsabilità è nelle mani degli operatori, siano essi giornalisti, opinionisti o broadcaster i quali, veicolando un messaggio verso un pubblico di fruitori più o meno vasto, hanno il dovere della completezza, dell’obiettività, dell’imparzialità ma soprattutto attraverso il buon senso. Ma questo, spesso, lo si dimentica.
“A che serve? – prosegue padre Maurizio -. Che cosa quelle orribili immagini del crollo della funivia del Mottarone, aggiungono o tolgono alla corretta informazione? Come tante altre famiglie italiane, anche a casa mia quando abbiamo appreso la notizia stavamo per metterci a tavola. Ho visto Angelina, mia cognata, girarsi verso la cucina, coprirsi gli occhi con ambedue le mani ed emettere un grido di orrore; ho visto i nipotini sbiancare in volto; io stesso ho tentato di difendermi volgendo lo sguardo altrove. Il pensiero è subito andato al piccolo Eitan, unico sopravvissuto, ai cari parenti delle vittime. Se tanto male ha fatto a noi quel video, a noi che non abbiamo conosciuto quei fratelli e sorelle, quale e quanta inutile sofferenza avrà provocato in chi li amava? Nel nome di chi? Di che cosa? Il diritto all’informazione è cosa sacrosanta, il solletico fatto alla curiosità, no. 

La libertà di espressione è cosa buona e giusta, quando ci si esprime per rendere un pensiero, un concetto, per alimentare e sostenere un dibattito, senza mai provocare sofferenze inutili. Soprattutto a chi da quel dramma è stata segnato. La censura è obsoleta, antipatica, insopportabile. A nessuno piace essere censurato, è vero. Eppure, c’ è un però. Perché sarebbe sempre giusto censurare la censura, se ognuno di noi, in particolare chi sa di condizionare con lo scritto o con la telecamera, se ognuno di noi, dicevo, facesse ricorso a una sorta di benedetta autocensura, quell’autocontrollo che è figlio della buona educazione e del buon senso, che ci impedisce di fare il male e ci costringe sempre e solo a cercare di fare il bene. Anche sui social, soprattutto nelle pagine aperte di illustri giornalisti, il filmato sta girando. E si sa, il mondo del web, proprio come la mafia, ha la memoria lunga. Non perdona. Il diritto all’ oblio è ancora da venire. Una memoria talmente lunga che, quando meno te l’aspetti, ti riproporrà, anche a distanza di anni, lo scempio accaduto nella primavera di quest’anno”. Cara stampa, non sei infallibile e di questo ne siamo tutti consapevoli, ma spesso ci vuole buon senso oltre che sensibilità, umanità ed educazione.