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Benevento – E’ sicuramente il caso del momento, quello che divide tra coloro che mostrano comprensione e giustificano tutto e i complottisti, quelli che ci vedono un secondo fine alle spalle di una motivazione importante. Poi, come è costume tipico italiano, si scade e spesso si commettono errori che rasentano il ridicolo. E’ la storia della 22enne Malika che accende il confronto. Le due raccolte organizzate tramite la piattaforma GoFundMe hanno fruttato poco più di 150mila euro, soldi destinati a beneficenza, al pagamento dello psicologo che la tiene in cura e a recuperare la sua vita. Una denuncia di omosessualità, tanto è bastato per farla cacciare di casa senza potersi portare alcun bene. Una storia triste, una raccolta con motivazioni importanti, un racconto di una ragazza che soffre per il suo orientamento sessuale. Certo c’è un fratello che parla di qualcosa di diverso, c’è una ragazza di 22 anni che viaggia con un agente e questo, a prescindere dalle proprie inclinazioni, non è tipico di chi non ha nulla, ci sono i primi acquisti (una Mercedes e un cane) che vanno in direzione opposta rispetto alle sue intenzioni. Nessuno sta dicendo che non si impegnerà a creare associazioni, come quella annunciata con la Boldrini, che ha smentito, o che realmente tutto le servirà per recuperare la sua vita e mettersi alle spalle questa brutta storia. Nessuno giudica niente ma ciò che ha scatenato questa storia rappresenta lo scadimento, come detto, nel ridicolo. Da Malika a Malika si può creare confusione, da Malika Chalhy a Malika Ayane, beh, il passo è più lungo.

I tuttologi da social dovevano avere un nuovo bersaglio da colpire, un nuovo tema da affrontare e lo hanno trovato. Il problema è che hanno sbagliato persona e si sono resi protagonisti del solito problema di chi dice di poter dire tutto perchè sa tutto ma alla fine ragiona sul sentito dire o perchè altri ne parlano. Pioggia di critiche e insulti alla Malika sbagliata che si è dovuta difendere, ovviamente. 

Anche il mestiere del commentatore seriale ha bisogno di preparazione ma capiamo che è difficile aprire un giornale e leggere le notizie o mettersi di fronte a uno schermo per capire di cosa deve parlare. Più facile vedere l’argomento che tira e dire la propria.