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E’ “più grosso di un casamento di cinque piani, ed ha una boccaccia così larga e profonda che ci passerebbe comodamente tutto il treno della strada ferrata colla macchina accesa”. Carlo Collodi descrive così il temibile Pesce-cane che inghiottisce Pinocchio. Una volta arrivato nella pancia del mostro marino, il burattino ritrova suo padre Geppetto, ingurgitato due anni prima “come un tortellino di Bologna”. Riusciranno a salvarsi dopo aver capito che il Pesce-cane soffre d’asma, sfruttando dunque un colpo di tosse.

Il racconto fantasioso del celebre scrittore toscano ha ammaliato generazioni di bambini che mai avrebbero immaginato di leggere una notizia di cronaca vera tanto somigliante ai fatti narrati. Michael Packard, un pescatore di 56 anni originario del Massachussets, qualche giorno fa è stato infatti a sua volta inghiottito da una megattera a Cape Cod, salvandosi proprio grazie a un colpo di tosse del cetaceo. “Tutto è diventato improvvisamente buio, mi sono accorto che non c’erano i denti e ho capito di essere nella bocca di una balena. Ho pensato che stessi per morire”, ha detto il pescatore, che si è definito ‘vivo per miracolo’.

L’intercessione di entità divine mi conduce dritto al racconto del secondo aneddoto di una settimana di letture. Ne sono protagonisti proprio i santi, al centro di una ricerca condotta dagli italiani Antonio Perciaccante e Alessia Corallo insieme al francese Philippe Charlier. I tre ricercatori hanno intervistato un campione di 1200 persone convintamente cattoliche tra Italia e Francia con l’obiettivo di analizzare le risposte a una precisa domanda: “Qual è stato il Santo a cui avete affidato le vostre preghiere durante la pandemia?”. Il risultato ha visto il trionfo di Santa Rita da Cascia, la più ‘coinvolta’ (per così dire…) in assoluto con 558 preferenze. Al secondo posto si è piazzato San Rocco (268) che ha preceduto San Sebastiano e Sant’Antonio Abate. “Abbiamo lanciato il sondaggio nell’agosto scorso, quando l’incertezza era maggiore e i dati sul vaccino non erano ancora certi”, ha detto Perciacciante precisando che “la fede non basta ma serve la medicina a salvare vite umane”.

Chi si è lanciato invece a sorpresa – e qui veniamo al terzo fatto curioso del nostro aperitivo del mercoledì – è stato Hao Xiaoyang, cameraman cinese di 23 anni la cui impresa ha fatto il giro del mondo. Era incaricato di riprendere una gara dei 100 metri di atletica all’Università di Datong, nel nord della Cina. Quando gli atleti sono partiti, però, ci si è resi conto che nessuno di loro fosse più veloce di lui. Hao infatti ha iniziato a correre con la sua telecamera risultando imprendibile per stessi partecipanti. “Sinceramente sono sorpreso, in quel momento pensavo solo a mantenere stabile la telecamera che pesa più di quattro chili”. Le immagini (in basso) parlano da sole: o erano troppo lenti gli atleti, o è lui ad essere velocissimo. Sarebbe il caso di provarci sul serio, in fondo è così che nascono le favole