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Il fondo del boccale tocca il tavolo di legno. Rumore sordo, impercettibile, troppo alto il vociare degli altri commensali. Il banchetto rimanda ai vecchi tempi, la serata estiva pure. Calda ma non troppo, di quelle che bisogna approfittarne per rilassarsi con gli amici. E i miei amici sono qui accanto a me, in splendida forma. Uno di loro rispolvera lo scaffale dei ricordi scolastici e tira fuori una primizia. “Ma voi la crasi ve la ricordate?”. Silenzio. “Io ricordo l’onomatopea, la metafora, l’ossimoro…“, dice un’altra. “No, no, io dico proprio la crasi”, ribatte lui.

Ed è subito 2002, almeno per quanto mi riguarda. Non c’erano mica i cellulari a quel tempo. Non era mica come adesso, che al minimo cedimento ti appelli a San Google e chiedi la grazia. C’erano i mondiali di calcio al mattino (Corea e Giappone, altri mondi), la radiolina accesa su Radio2 per seguire Brasile-Turchia durante la messa di fine anno (era un segreto fino ad ora, quel prete mi perdonerà), ma i cellulari con la connessione fluida proprio no. Almeno non quelli di adesso, che digiti un indirizzo e ti ritrovi praticamente sulla Luna.

E allora approfittiamone, capiamone di più. Spinti da un’insaziabile curiosità li afferriamo sperando di beccare qualche esempio. In un secondo scopriamo che le nostre reminiscenze balbettano, per non dire altro. “Brexit è una crasi?”. No, la crasi è un’altra cosa. Brexit è una parola macedonia (british + exit) come smog (smoke, fumo + fog, nebbia) o brunch (breakfast + lunch, colazione e pranzo insieme). Delusione e senso di ‘ignoranza’, sì, ma di breve durata. Ciò che conta è aver sbloccato qualcosa dentro di noi, un ricordo, un argomento.

Anche Morrigway è una parola macedonia, e pazienza se nessuno l’ha ancora utilizzata. Unisce Morrison, Jim, ad Hemingway, Ernest. Domani saranno 50 anni dalla morte del secondo, oggi ne sono 60 dalla scomparsa del primo. ‘Conobbi’ il frontman dei Doors proprio alle scuole medie, quando le sue foto spopolavano: la criniera incorniciava gli zigomi perfetti, lo sguardo era profondo in ogni posa. Insomma, l’esatta immagine di ciò che non sarei mai stato. Gli aforismi stampati sul diario (ma saranno tutti suoi?) e quel senso di ribellione che un bambino ‘poco più che bambino’ cerca nelle cose me lo fecero apprezzare senza un’apparente valida ragione. Con Hemingway il travaglio è stato più elaborato, maturo. Una canzone dei Negrita, prima di tutto. ‘Il vecchio e il Mare’, sopra di tutto. Un capolavoro di lessico e materia che invita alla pazienza e traccia una via: non è finita finché non è finita.

Nel ricordarli doverosamente in questo spazio, penso a tutte le porte scorrevoli varcate dal momento in cui ho conosciuto la parola crasi a ieri sera, nell’istante esatto in cui ha preso l’ascensore per risalire alla mia testa. E a quante ne avrò mancate, di quelle porte, anche inopinatamente. Sliding Doors suona meglio perché rende omaggio. Sliding come la divina scrittura di Hemingway, Doors come l’intramontabile anima di Morrison

In una parola, Morrigway