- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Barcellona –  Paura e delirio in Spagna. Un altro attentato terroristico si è registrato intorno alle 17.00 nei pressi di Plaza Catalunya: un furgone ha invaso il tratto pedonale (le ramblas) percorrendo alla velocità di circa 80km/h 600 metri a zig zag investendo diverse persone. La corsa è terminata con uno schianto contro un’edicola nei pressi del mercato della Boqueria, poi è avvenuta una sparatoria e i terroristi (sono almeno due) hanno preso delle persone in ostaggio e si sono chiusi all’interno di un ristorante turco.

La situzione è ancora d’allerta massima perché gli uomini, armati e pericolosi, sono ancora all’interno del locale, mentre le forze dell’ordine sono intervenute tempestivamente facendo chiudere tutte le metro e invitando i civili a non uscire di casa. Diversi irpini vivono a Barcellona e altri, soprattutto in questo periodo, scelgono questa meta per trascorrere le vacanze. Infatti, uno dei nostri conterranei che ha preferito restare anonimo, è stato contattato al telefono dalla nostra redazione e, rassicurandoci di star bene fortunatamente, ci ha spiegato come stanno vivendo la vicenda le persone che sono a Barcellona in questo momento. “ E’ successo l’inferno. Non possiamo uscire di casa perché la situazione è preoccupante. Il bilancio è molto grave, in quanto al momento sono stati registrati 13 morti e più di 40 feriti … una strage! Speriamo soltanto che il numero delle vittime non aumenti e che la polizia riesca a prendere questi terroristi, in modo da poter permettere ai soccorsi di poter intervenire sui feriti “.

“ Siamo incollati ai televisori – continua – e le immagini che vengono riportate sono orribili. Perché deve accadere questo scempio? Non è bastato tutto il sangue innocente che è stato versato finora? “

Parole giustissime velate da un profondo senso di paura e di sdegno verso questi folli che, fedeli alle modalità utilizzate mesi fa a Berlino, continuano la loro scia di sangue e terrore.

Ci auguriamo che la situazione si risolva quanto prima, con la speranza che non dovremmo più ascoltare e documentare eventi di questo genere. Vi terremo aggiornati sui riscontri della vicenda

Micheal Mambri