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Con 137 sì, 85 no e 3 astenuti, è stato approvato dall’Aula della Camera il dl Terra dei Fuochi. Il provvedimento, che aveva già ottenuto il via libera del Senato, è legge.
 
Oggi la lotta alla Camorra e ai trafficanti di rifiuti compie un nuovo passo fondamentale: l’approvazione definitiva da parte del Parlamento del decreto-legge ‘Terra dei Fuochi’. Non si tratta di un semplice traguardo legislativo, è una promessa mantenuta con i cittadini di Napoli, di Caserta e di tutta la Campania, per restituire loro un ambiente pulito e sano in cui vivere”. Lo scrive in una nota la premier Giorgia Meloni.
In questi primi due mesi di applicazione del decreto – ricorda – sono già arrivati risultati importanti, riconosciuti anche dai magistrati e dalle forze dell’ordine che ogni giorno sono in prima linea sul territorio. Continuiamo a lavorare, sia sul fronte della repressione che su quello delle bonifiche, per sconfiggere la criminalità organizzata e per costruire un’Italia più sicura e pulita”.
 
“Non è possibile che il governo faccia un provvedimento chiamato Terra dei fuochi, e poi si debba scoprire che questo testo non ha accolto nulla delle richieste di chi vive in quei luoghi, territori che per decenni non sono stati ascoltati. Questo provvedimento è uno slogan che il governo Meloni vuole vendere in campagna elettorale. Ma davvero pensano di risolvere il problema della Terra dei fuochi con 15 milioni che non bastano neanche per pagare la struttura del commissario straordinario? Ricordo che questo governo non ha messo soldi né sugli screening sanitari né sulle indagini epidemiologiche e che sulle bonifiche ha messo pochi spiccioli. Lo stesso governo che non ha avuto la forza di trovare sei milioni per gli screening al seno delle giovani donne e poi ha trovato 15 milioni in più per gli staff dei ministeri e ha inventato un nuovo dipartimento. Usare la Terra dei fuochi per creare un nuovo dipartimento che con la Terra dei fuochi non ha proprio nulla a che fare, è veramente una grande vergogna. Anche perchè si è capito che si tratta di un possibile contentino per il prossimo candidato del centrodestra per la presidenza della Campania. Noi non possiamo votare questo decreto anche perché parla della terra dei fuochi con uno sguardo al passato. Alcuni punti sono anche condivisibili, ma la sentenza CEDU chiede cose più impegnative e importanti. Davvero pensano che i comuni possano fare le bonifiche senza soldi e che il traffico illecito di rifiuti sia lo stesso di 30 anni fa? Oggi bruciano i centri di stoccaggio con incendi dolosi e i rifiuti viaggiano di giorno con bolle contraffatte. Oggi la rotta dei rifiuti non è più nord verso sud ma sud verso sud e verso Macedonia, Lettonia, Grecia, Turchia. Io oggi porto la voce di chi ha un genitore, un fratello, un amico o un figlio malato. Oggi in questa aula porto la voce di chi nella terra dei fuochi cerca di avere un figlio e non ci riesce. Nessun compromesso sulla terra dei fuochi: per questo annuncio il nostro voto contrario”. Lo ha detto la vicepresidente del gruppo M5S alla Camera Carmela Auriemma nella dichiarazione di voto sul decreto Terra dei Fuochi.
 
Questo decreto non calpesta solo i presupposti costituzionali di necessità e urgenza ma, con gli ennesimi aumenti di pena, rischia di essere persino controproducente rispetto all’annoso problema dei rifiuti tossici”. Lo ha detto Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva, nel corso della dichiarazione di voto sul Dl Terre dei fuochi.
Dove sono i requisiti di necessità e urgenza se il decreto affronta una questione che martorizza una parte di questo Paese da ormai 20 anni? Siamo all’annullamento dei precetti costituzionali. Di norme penali che puniscono chi abbandona i rifiuti o ne organizza il mercato nero ne esistono già. Caricarle di ulteriori accanimenti non incide su chi delinque: rischia solo di rendere la vita impossibile alle aziende sane. Bisognava semmai incentivare chi si comporta secondo le regole. Ma la maggioranza è preda del solito riflesso pavloviano per cui davanti a un problema o si crea un nuovo reato o si aumentano le pene.
Come chicca finale ci troviamo un emendamento del 24 settembre che crea un nuovo dipartimento della presidenza del Consiglio che si deve occupare delle questioni del Mezzogiorno. E’ mai possibile che questioni legate a questioni strategiche vengano affrontate con un emendamento tardivo? Il voto del gruppo di Iv sarà contrario”, ha concluso.
 
“Il decreto ‘Terra dei Fuochi’ conferma l’impegno del Governo Meloni nella difesa dell’ambiente, della salute e della legalità, inasprendo le pene per l’abbandono e la gestione abusiva dei rifiuti, anche pericolosi. Le nuove norme trasformano alcune violazioni in “delitti” con pene detentive, escludendo l’oblazione. L’obiettivo è combattere le ecomafie e proteggere i cittadini da un degrado che minaccia la sicurezza e la salute. Il decreto prevede anche la responsabilità amministrativa degli enti, il sequestro di veicoli utilizzati per trasporti illegali, e pene più severe per reati ambientali”. Lo ha detto il deputato di Forza Italia, Pino Bicchielli, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico, intervenendo in dichiarazione di voto finale, oggi in Aula alla Camera, sul Decreto “Terra dei fuochi”.
Il provvedimento va letto non solo in chiave repressiva, ma anche preventiva: sono previsti, infatti, 15 milioni di euro per il 2025 destinati alle bonifiche, per rimuovere rifiuti e ripulire terreni contaminati. Il Governo ha già ottenuto risultati concreti, come l’aumento dei sequestri e una riduzione dei roghi, oltre a un investimento di 60 milioni di euro. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha recentemente condannato l’Italia per il mancato rispetto del diritto alla vita a causa dell’inquinamento nella Terra dei Fuochi. Il decreto affronta anche le calamità naturali, con contributi per le famiglie colpite e misure accelerate per la ricostruzione. Inoltre, l’istituzione di un Dipartimento per il Sud rafforza la politica di sviluppo infrastrutturale. Questo provvedimento rappresenta un passo importante per trasformare la Terra dei Fuochi da simbolo di degrado a esempio di rinascita e si inserisce in una strategia più ampia per tutelare l’ambiente e prevenire i rischi idrogeologici, chiedendo un cambiamento culturale nella cura del territorio”, ha aggiunto Bicchielli che ha concluso: “Forza Italia annuncia il voto favorevole, sottolineando che questa è una risposta concreta a una grave emergenza storica”.
 
“Contestiamo questo decreto sia nel metodo che nel merito. Avevamo chiesto un approccio diverso, con alcune proposte chiare, che la maggioranza ha però respinto: più risorse per le bonifiche e con continuità pluriennale; più strumenti per i comuni, che devono poter disporre di fondi per videosorveglianza, controlli e raccolta straordinaria; maggiori strumenti per l’educazione ambientale, a partire dalle scuole; più trasparenza nella gestione dei fondi, con la pubblicazione periodica dei dati sugli interventi e sulla spesa. Era necessaria l’istituzione di una cabina di regia nazionale che lavorasse insieme alla regione Campania, agli enti locali, alle associazioni e ai cittadini per evitare che la salute e la sicurezza ambientale fossero sacrificate ai tempi della burocrazia, all’assenza o alla ricerca di risorse che appaiono insufficienti, e invece nulla di tutto questo. Nel decreto ci sono solo inasprimenti di pene senza una adeguata corrispondenza con il rafforzamento delle politiche di prevenzione e di bonifica”. Così il deputato democratico, Stefano Graziano, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo Pd al Dl Terra dei Fuochi.
Ma non è tutto – ha aggiunto – perché nel corso dell’esame al Senato è stato introdotto un emendamento che nulla ha a che vedere con la Terra dei Fuochi: e cioè l’istituzione, presso la Presidenza del Consiglio, di un nuovo Dipartimento per il Sud, che dovrebbe acquisire le competenze e le prerogative della Struttura di missione per la zona economica speciale unica. Una scelta improvvisata, di cui non si era discusso prima, calata dall’alto, che cambia l’architettura e l’impianto organizzativo e istituzionale della Zes, senza alcun confronto, senza alcun dibattito preventivo, senza alcun ascolto dei territori, senza chiarezza sulle risorse e sugli obiettivi. Del resto – ha concluso – la grave vicenda dell’incendio di Teano e il voto contrario al nostro emendamento sono l’esempio che questa maggioranza è contro il Mezzogiorno”.
 
“Il governo e la maggioranza non hanno capito quanto sia drammatica la situazione nella terra dei fuochi. A fronte di un problema enorme sarebbero necessari interventi strutturali e investimenti reali e non simbolici come invece ci ha abituati il governo Meloni”. Lo ha detto Antonio D’Alessio, deputato di Azione, nella dichiarazione di voto sul decreto Terra dei fuochi alla Camera.
Lo stanziamento di 15 milioni di euro – ha proseguito D’Alessio – è del tutto insufficiente ad affrontare la gravità della situazione. Sarebbe necessario sburocratizzare, investire in termovalorizzatori moderni e prevedere agevolazioni per chi rispetta l’ambiente e la legge. Il varo del nuovo Dipartimento per il Sud, che sostituirà le Zes, ci ha lasciati perplessi nel merito e nel metodo per la mancanza di chiarezza sugli obiettivi e le competenze. Per risolvere problemi sociali, come quelli nella terra dei fuochi, non basta creare nuovi reati, con l’ennesimo decreto che mortifica il Parlamento; sono necessari interventi efficaci e non tampone e risorse adeguate per realizzarli. Per questo voteremo contro”.
 
Con l’approvazione del Decreto Terra dei Fuochi si apre una nuova pagina di giustizia ambientale e sociale per un territorio troppo a lungo martoriato dall’inquinamento e dalla criminalità. Il provvedimento, fortemente voluto da Giorgia Meloni, rappresenta una svolta attesa da anni. Pene più severe per chi abbandona rifiuti e gestisce discariche abusive, norme stringenti contro la combustione illecita, strumenti innovativi di tracciabilità, poteri rafforzati per la magistratura e risorse dedicate alle bonifiche. Il governo Meloni dimostra così di saper tradurre in azioni concrete le istanze dei cittadini, dando finalmente risposte a chi per troppo tempo ha visto la propria terra avvelenata e la propria salute messa a rischio. La centralità della tutela del suolo e delle acque, patrimonio comune e linfa vitale per l’agricoltura, per l’ambiente e per le comunità locali, è il cuore pulsante di questo decreto. Il messaggio è chiaro, nessuna tolleranza verso chi inquina, sfrutta e devasta. La nostra terra non si merita eventi come l’incendio del capannone pieno di rifiuti a Teano avvenuto lo scorso agosto o come molti altri fatti simili che hanno scandito gli ultimi decenni. Lo Stato riafferma con forza la propria presenza, sottraendo terreno alle ecomafie e restituendo fiducia alle famiglie che chiedono solo di poter vivere in un contesto sano e sicuro. Grazie al lavoro del governo Meloni, la Terra dei Fuochi non sarà più il simbolo dell’abbandono ma dell’impegno, della rinascita e della legalità. Un passo decisivo per la salute dei cittadini, per la salvaguardia dell’ambiente e per riaffermare che il bene comune, la terra su cui viviamo e che consegniamo ai nostri figli, non può e non deve mai essere sacrificato agli interessi criminali”. È quanto dichiara Marco Cerreto, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo in Commissione Agricoltura.
 
Con l’approvazione definitiva del Decreto Terra dei Fuochi lo Stato apre finalmente una pagina nuova di giustizia e legalità. Pene più severe contro chi abbandona e brucia rifiuti, fondi per le bonifiche, tracciabilità e poteri straordinari: misure concrete che i cittadini attendevano da anni. Nessuno spazio alle ecomafie, ma un segnale forte di rinascita e speranza per le comunità. La Terra dei Fuochi non sarà più simbolo di abbandono ma di impegno e legalità”. Lo dichiara Gimmi Cangiano, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.