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C’è aria di Dpcm e l’Italia intera trema all’idea. Perchè si va verso ulteriori restrizioni: non potrebbe essere diversamente, i numeri obbligano a seguire la strada che porta dritti al lockdown. Ma prima dell’ipotesi ‘chiudo tutto’, il premier Giuseppe Conte cerca una tappa intermedia, provando a scongiurare uno scenario che sarebbe apocalittico per il popolo italiano.

Sarà il terzo Dpcm in 20 giorni, l’ufficialità dovrebbe arrivare domani ma il contenuto è già di dominio pubblico. Almeno per quanto concerne i punti focali: individuare le zone rosse da isolare su base provinciale, come suggerito dagli esperti del Cts sulla base dei livelli di rischio (resta da definire chi dovrà decidere sulle chiusure e su quali parametri). Si parla di intere città e province, che saranno chiuse sulla base di criteri di valutazione messi neri su bianco nel nuovo Dpcm.

Ma non è tutto, si attendono nuove su temi di grande impatto sociale e, di conseguenza mediatico, come la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, l’anticipo del coprifuoco alle ore 20 e la didattica a distanza per tutti gli studenti delle scuole superiori e le università (in bilico le scuole medie).