“Terribile che dopo venti anni si ripeta un femminicidio di una bambina ed è ancora più sconvolgente che a commetterlo sia stato un ragazzo di 19 anni”. Così l’avvocata Innocenza Starace, che ha rappresentato alcuni familiari di Giusy Potenza la ragazzina di 14 anni di Manfredonia brutalmente uccisa il 13 novembre del 2004, il cui corpo (sfigurato a sassate) fu trovato su una scogliera alla periferia del comune del Foggiano, in merito al delitto di Martina Carbonaro, la 14enne di Afragola uccisa a colpi di pietra dall’ex fidanzato arrestato. L’avvocata partecipa ad incontri nelle scuole per far conoscere ai ragazzi quel caso di femminicidio e diffondere la cultura del rispetto tra sessi.
Nel caso di Giusy Potenza fu arrestato un mese dopo il delitto (il 23 dicembre del 2004) il cugino di secondo grado, Giovanni Potenza, all’epoca dei fatti 27enne, condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione ed attualmente in regime di semilibertà.
“Il femminicidio di Martina, a distanza di quasi 21 anni da quello di Giusy entrambe bambine, dimostra che in tutti questi anni non ci sia stato un vero percorso di rieducazione dei giovani. Giovanni Potenza cancellò il volto di Giusy, e il giovane autore del delitto di Martina ha agito con la stessa arma con ancora maggiore ferocia – continua l’avvocata Starace – E’ il fallimento di tutto lo Stato. Dimostra che tutti gli sforzi fatti a qualunque livello, e ne sono stati fatti tantissimi, non sono andati nella giusta direzione”. L’avvocata è autrice anche di un libro “Non ce lo dire a nessuno” che racconta lo sconvolgente caso di Manfredonia, pubblicato nel 2006.
“Anche quest’anno l’ho riproposto nelle scuole, e lo proporrò il prossimo anno scolastico ad Afragola, se sarà possibile – continua – Avverto un profondo malessere. Questo delitto mi fa profondamente riflettere non solo come professionista, ma come donna, come madre e nonna. Bisogna cercare tutti insieme una soluzione a questo dramma. Dobbiamo aiutare i nostri ragazzi ad uscire dall’idea di possesso, del super io. Dal sentirsi onnipotenti e incapaci a gestire un no o un rifiuto”.
Giusy come Martina’, ancora una bambina uccisa come nel 2004 a Manfredonia

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