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“Adeguarsi agli standard europei”: il motto del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a proposito dei prezzi per l’ingresso nei musei e dei parchi archeologici d’Italia fa discutere. In effetti, l’aumento del biglietto d’ingresso degli Uffizi a 25 euro a partire dal 1 marzo, per il periodo considerato di alta stagione, segna addirittura un record in Europa: neanche nei Paesi Bassi, dove il costo della vita è decisamente più alto, si arriva a pagare tanto per un singolo ingresso.
 
I 17 euro del Louvre, i 15 del museo El Prado di Madrid, i 12 del Pergamon Museum di Berlino, e i 20 euro dell’Acropoli di Atene raccontano, in effetti, un rapporto diverso delle capitali europee con il turismo culturale. Altra storia per i biglietti cumulativi, che a fronte di una spesa compresa nei 30 euro, consentono tour molto articolati in veri e propri circuiti o isole museali e archeologiche. Della necessità di un adeguamento agli standard europei, in effetti, si potrebbe parlare dal punto di vista dei finanziamenti che molti importanti musei ricevono dagli Stati di appartenenza, come il Louvre che conta su un contributo statale di 100 milioni di euro l’anno solo per le spese correnti, o come accade in Inghilterra, dove il British Museum come la National Gallery sono del tutto gratuiti. E un ulteriore impulso al miglioramento della situazione dei beni culturali in Italia potrebbe venire dalle piattaforme digitali dei musei europei: un visitatore che intenda acquistare online il ticket per il parco archeologico di Pompei, non trova una piattaforma dedicata, ma viene dirottato sul link di Ticketone, mentre per un gran numero di musei italiani a gestire gli acquisti sul web provvede la cooperativa CoopCulture, con un servizio efficiente, senza dubbio, ma non statale, diversamente da quanto accade in Europa.