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Una quota fra il 15 e il 20% degli elettori del Pd alle elezioni europee ha votato No al referendum sulla cittadinanza. E’ quanto emerge dalla prima analisi dei flussi realizzata dall’Istituto Cattaneo di Bologna che ha messo in relazione le europee dell’anno scorso al referendum di domenica e ieri.
L’analisi è stata fatta su una decina di grandi città, grazie ai dati delle singole sezioni elettorali, dai quali emerge che tutto l’elettorato del centrosinistra è andato a votare e quasi tutto quello del centrodestra si è astenuto.
Ovunque è stata registrata una quota significativa (oltre un elettore su cinque a Genova, Bologna e Firenze) del Partito democratico che al quinto quesito ha votato no.
Anche la maggioranza degli elettori del Movimento 5 Stelle ha votato no tranne che a Napoli e a Palermo (dove circa tre quarti si sono espressi per il sì) e a Roma dove la stima fra elettori 5 stelle che hanno votato sì e quelli che hanno votato no è paritaria.
Sempre secondo le stime del Cattaneo la quasi totalità degli elettori del centrodestra che non si sono astenuti ha votato no, come la quasi totalità dell’area liberale e della sinistra ha votato sì.
 
Il sì ai referendum sul lavoro ha compattato il Pd. È quanto emerge dall’analisi dei flussi elaborata dall’Istituto Cattaneo di Bologna su dieci grandi città. L’analisi ha preso in esame il primo dei cinque quesiti, quello sul reintegro dei lavoratori ingiustamente licenziati.
La quasi totalità degli elettori che avevano votato Pd alle elezioni europee, con defezioni marginali, hanno infatti aderito all’appello dei promotori. Quelli che hanno scelto il no sono meno di un elettore su dieci (qualcuno in più a Milano e Padova, quasi nessuno a Napoli e Genova). Creando una comunità di espressione con gli elettori di M5s e Sinistra.