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 Roma –  “L’Italia e l’insieme dell’Europa – ha detto il Papa nel suo discorso al Quirinale durante la visita al presidente Sergio Mattarella – sono chiamate a confrontarsi
con problemi e rischi di varia natura, quali il terrorismo, che trova alimento nel fondamentalismo; le migrazioni, accresciute dalle guerre e dai gravi e persistenti squilibri sociali ed economici di molte aree del mondo; e la difficoltà delle giovani generazioni di accedere a un lavoro stabile e dignitoso, ciò che contribuisce ad aumentare la sfiducia nel futuro e non favorisce la nascita di nuove famiglie e di figli”. “Mi rallegra però rilevare – ha aggiunto – che l’Italia, mediante la generosità dei suoi cittadini e l’impegno delle sue istituzioni e facendo appello alle sue abbondanti risorse spirituali, si adopera per trasformare queste sfide in occasioni di crescita e in nuove opportunità”. 

“Da tutti coloro che hanno responsabilità in campo politico e amministrativo – ha spiegato ancora Bergoglio dopo aver citato il ‘diritto’ dei giovani ad avere un ‘futuro’ – ci si attende un paziente e umile lavoro per il bene comune, che cerchi di rafforzare i legami tra la gente e le istituzioni, perché da questa tenace tessitura e da questo impegno corale si sviluppa la vera democrazia e si avviano a soluzione questioni che, a causa della loro complessità, nessuno può pretendere di risolvere da solo”. “Le nuove generazioni – ha sottolineato – hanno il diritto di poter camminare verso mete importanti e alla portata del loro destino, in modo che, spinti da nobili ideali, trovino la forza e il coraggio di compiere a loro volta i sacrifici necessari per giungere al traguardo, per costruire un avvenire degno dell’uomo, nelle relazioni, nel lavoro, nella famiglia e nella società”.

E’ stata la seconda visita di Francesco al Quirinale, per ricambiare quella di Mattarella del giugno 2016. La prima fu con Napolitano, nel novembre 2013.