“Lo sciopero nazionale delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici è riuscito. Ancora una volta la mobilitazione ha coinvolto l’industria metalmeccanica in tutta Italia. L’adesione è stata straordinaria, “fabbriche vuote e piazze piene” nelle 19 manifestazioni effettuate in tutte le Regioni nelle principali città”. Lo scrivono Fim, Fiom e Uilm.
“La mobilitazione nazionale di oggi dice in maniera chiara e inequivocabile che il contratto nazionale va rinnovato al più presto per aumentare i salari, ridurre l’orario, stabilizzare i rapporti di lavoro e rafforzare la salute e la sicurezza, così come è avvenuto nelle ultime giornate per il contratto metalmeccanico delle cooperative. Le 40 ore di sciopero nelle aziende aderenti a Federmeccanica-Assistal, le 24 ore in quelle di Unionmeccanica-Confapi, sono la riprova della mancanza di volontà a negoziare delle controparti ma dimostrano altrettanto la determinazione dei lavoratori a rinnovare i ccnl nel comparto più rappresentativo dell’industria nel nostro Paese. Le metalmeccaniche e i metalmeccanici sono uniti e non si fermeranno finché non avranno riconquistato il tavolo di trattativa con Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica-Confapi, per confrontarsi sulle piattaforme di Fim-Fiom-Uilm approvate democraticamente con il voto dalle lavoratrici e dai lavoratori. A luglio è necessario che con la nuova presidenza della Federmeccanica si riapra la trattativa, questo vale anche per il tavolo con Unionmeccanica. Le segreterie di Fim, Fiom e Uilm in assenza di convocazione, nel confermare il blocco delle flessibilità e degli straordinari, si riuniranno per decidere tutte le iniziative necessarie a riaprire il negoziato. Di seguito i primi dati parziali rilevati in alcune aziende metalmeccaniche. A fronte di oltre il 70% di adesione media allo sciopero di oggi, in tutto il Paese si sono registrati picchi di astensione che hanno portato, in molti casi, alla chiusura delle fabbriche.
Hanno scioperato, ad esempio, la totalità delle lavoratrici e dei lavoratori della Cestaro Rossi di Messina, della Dema di Napoli, della Ficomirrors di Benevento, della Beko di Ascoli Piceno, della Fosber di Lucca, della Italtractor di Modena, della Carraro Drivetech di Padova, delle Acciaierie Venete di Udine, della Stanadyne di Brescia. Tra le lavoratrici e i lavoratori che hanno incrociato le braccia con una percentuale sopra il 90 ci sono quelli degli stabilimenti Ast di Terni, Isringhausen di Chieti e di Novara, Lowara di Vicenza, Moto Guzzi di Lecco, Aluminium Bozen in Alto Adige, Mec Track di Bologna, Bonfiglioli di Forlì-Cesena, Electrolux di Pordenone, Ancona e Treviso, Hyster Yale di Milano, Avio di Borgaretto a Torino, Bosch di Bari, Renzacci di Perugia, Fincantieri di Marghera. Ottima, infine, con più dell’80% di adesione, la riuscita degli scioperi al Nuovo Pignone di Firenze, all’Ansaldo Energia di Genova, alla Tenaris Dalmine di Bergamo, alla Sirti di Palermo, alla Ethos di Torino, alla Dana di Arco in Trentino, nel Gruppo Cimbali di Milano, alla Smeg di Reggio Emilia, alla Leonardo di Grottaglie, alla Sea di Siracusa.