Torna l’ora solare, nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre le lancette dell’orologio torneranno indietro di un’ora. Nei sette mesi di ora legale che stanno per chiudersi, secondo Terna, c’è stato un risparmio economico di oltre 90 milioni di euro. Mentre è caduta nell’oblio da sette anni, come un orologio fermo, la proposta della Commissione europea di abolire l’avvicendamento, era stata presentata nel 2018.
Il passaggio dall’ora legale all’ora solare avverrà alle 3 di domenica 26 ottobre, quando gli orologi dovranno tornare indietro alle due. Gli smartphone e i dispositivi digitali si adegueranno da soli, mentre bisognerà ricordarsi di cambiare l’ora ai dispositivi analogici. In sostanza si dormirà un’ora di più. “Sessanta preziosi minuti di riposo in più. Il sonno è il nostro farmaco più potente, basta una sola ora di relax in più per far crollare il cortisolo riducendo le malattie stress-correlate, come l’infarto”, afferma Piero Barbanti, neurologo e direttore Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore dell’Irccs San Raffaele di Roma.
L’ora solare che scatta domenica resterà in vigore fino all’ultimo fine settimana di marzo, quando tornerà l’ora legale e l’orario andrà in avanti di un’ora: accadrà per la precisione nella notte tra il 28 e il 29 marzo 2026. Nel 2018 la Commissione europea aveva proposto di abolire il cambio stagionale convinta che dormire un’ora in più o in meno non dovesse essere materia di vertici e negoziati infiniti. E la consultazione pubblica che ne seguì registrò un record di partecipazioni: 4,6 milioni di risposte, tre quarti dei partecipanti dichiararono di patire il cambio dell’ora e oltre l’80% chiedeva di abolirlo. Più della metà optava per l’ora legale permanente, 36% per quella solare. Ma da allora il dossier è rimasto sepolto tra le carte del Consiglio Ue, non è più stato discusso dal 2019: prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina, infine l’oblio.
“La proposta è ancora lì – ha ricordato in settimana una portavoce dell’esecutivo comunitario – Crediamo che una soluzione coordinata sia ancora possibile. Ma ora la palla è nel campo degli Stati membri”. Un modo diplomatico per dire: noi ci abbiamo provato, tocca a voi decidere che ora è. Nei giorni scorsi la Spagna ha annunciato di voler riaprire il dibattito.
Intanto Terna, la società che gestisce la trasmissione di energia elettrica in Iatlia, ha fatto il calcolo dei benefici dovuti ai sette mesi di ora legale che stanno per chiudersi. Si sono registrati minori consumi di energia per 310 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 120 mila famiglie con un risparmio economico di oltre 90 milioni di euro. Il minor consumo elettrico ha inoltre consentito di evitare emissioni di CO2 in atmosfera per circa 145 mila tonnellate. Dal 2004 al 2025, sempre secondo l’analisi di Terna, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di oltre 12 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2,3 miliardi di euro.
Il passaggio dall’ora legale all’ora solare avverrà alle 3 di domenica 26 ottobre, quando gli orologi dovranno tornare indietro alle due. Gli smartphone e i dispositivi digitali si adegueranno da soli, mentre bisognerà ricordarsi di cambiare l’ora ai dispositivi analogici. In sostanza si dormirà un’ora di più. “Sessanta preziosi minuti di riposo in più. Il sonno è il nostro farmaco più potente, basta una sola ora di relax in più per far crollare il cortisolo riducendo le malattie stress-correlate, come l’infarto”, afferma Piero Barbanti, neurologo e direttore Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore dell’Irccs San Raffaele di Roma.
L’ora solare che scatta domenica resterà in vigore fino all’ultimo fine settimana di marzo, quando tornerà l’ora legale e l’orario andrà in avanti di un’ora: accadrà per la precisione nella notte tra il 28 e il 29 marzo 2026. Nel 2018 la Commissione europea aveva proposto di abolire il cambio stagionale convinta che dormire un’ora in più o in meno non dovesse essere materia di vertici e negoziati infiniti. E la consultazione pubblica che ne seguì registrò un record di partecipazioni: 4,6 milioni di risposte, tre quarti dei partecipanti dichiararono di patire il cambio dell’ora e oltre l’80% chiedeva di abolirlo. Più della metà optava per l’ora legale permanente, 36% per quella solare. Ma da allora il dossier è rimasto sepolto tra le carte del Consiglio Ue, non è più stato discusso dal 2019: prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina, infine l’oblio.
“La proposta è ancora lì – ha ricordato in settimana una portavoce dell’esecutivo comunitario – Crediamo che una soluzione coordinata sia ancora possibile. Ma ora la palla è nel campo degli Stati membri”. Un modo diplomatico per dire: noi ci abbiamo provato, tocca a voi decidere che ora è. Nei giorni scorsi la Spagna ha annunciato di voler riaprire il dibattito.
Intanto Terna, la società che gestisce la trasmissione di energia elettrica in Iatlia, ha fatto il calcolo dei benefici dovuti ai sette mesi di ora legale che stanno per chiudersi. Si sono registrati minori consumi di energia per 310 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 120 mila famiglie con un risparmio economico di oltre 90 milioni di euro. Il minor consumo elettrico ha inoltre consentito di evitare emissioni di CO2 in atmosfera per circa 145 mila tonnellate. Dal 2004 al 2025, sempre secondo l’analisi di Terna, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di oltre 12 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2,3 miliardi di euro.



















