Tempo di lettura: 3 minuti“Da 48 anni fino a ieri Lui c’era sempre, non si allontanava mai. Era lì al suo posto È morto li. Lui c’è sempre stato”.
L’omaggio dell’Arcivescovo metropolita di Benevento mons. Felice Accrocca è stato accorato durante l’omelia della Messa funebre per mons. Pompilio Cristino, scomparso lunedì mattina nella sagrestia della sua Parrocchio di Santa Maria di Costantinopoli al Viale Principe di Napoli. All’ultimo saluto nella Cattedrale di Benevento questo pomeriggio si erano raccolti un numero straordinario, incredibilmente alto di fedeli, amici, estimatori tra i banchi, tra le navate, dappertutto. Del resto alla Camera ardente allestita nella “sua” Parrocchia non s’era mai vista tanta gente raccogliersi per qualche minuto in preghiera nel pur grande edificio dove per decenni mons. Pompilio Cristino ha svolto con umiltà, intelligenza, amore, partecipazione, accoglienza – secondo testimonianze unanimi – il suo ministero, anche quando era Vicaro generale della Diocesi con ben tre Vescovi. Al rito funebre hanno preso parte anche il Vescovo di Castellaneta Sabino Iannuzzi, e l’ Abate di Montevergine Riccardo Luca Guariglia.
Oggi la comunità ecclesiale di Santa Maria di Costantinopoli si è trasferita tutta al Duomo, accompagnando il feretro nel pur breve tratto di strada e, con essa, una larghissima partecipazione di tutta la cittadinanza,. Una tale presenza popolare ha stupito tutti, anche se la personalità di don Pompilio era tale e la sua azione pastorale tanto apprezzata nel corso di decenni che era prevedibile un tributo di affetto. Ma in molti piangevano, soprattutto erano in lacrime tanti ragazzi e ragazze. Erano commossi anche i rappresentanti delle numerose Associazioni cattoliche che hanno condiviso per anni un lavoro comune con don Pompilio: la Misericordia, l’Azione Cattolica, l’Unità Pastorale San Filippo Neri, le Acli, l’ Associazione Sacro Cuore di Gesù, gli Scout, ma anche il delegato del Coni Mario Collarile. Presenti due sindaci, quello di Benevento Clemente Mastella e Francesco Pepe di Montecalvo Irpino, la città natia di don Pompilio; molti assessori e consiglieri comunali, l’ex sindaco del capoluogo Sandro D’Alessandro e l’ex Rettore dell’Università del Sannio Filippo Bencardino.
L’arcivescovo Accrocca ha sottolineato nella sua Omelia: “Questa Chiesa piena di fedeli, il pianto dei bambini, dei chierichetti mi ha fatto toccare con mano quanto sia stata grande l’opera di mons. Pompilio. Siete proprio voi la sua opera come lui ha lavorato giorno dopo giorno. Lo ha fatto con entusiasmo e passione. Lui seppur fosse una persona riservata forse anche timido ma lui aveva una miriade di relazioni-.Ha servito in seminario, in parrocchia e a lui resta il premio che Dio gli riserva e le porte del Paradiso si sono spalancate” .
Poi mons. Accrocca ha detto: “È morto come lui desiderava Avrebbe accettato malvolentieri un periodo d inattività dovuto a qualche malattia Il suo carattere avrebbe faticato ad adeguarsi ad una forzata inattività. Per lui sarebbe stato doloroso e ha sempre detto che la sua morte sarebbe stata fulminea e in fondo è ciò che desiderava. Quello che è consolante sentire è l’area della resurrezione in questa celebrazione- Il signore era la sua ragione di vita”
Alla famiglia di don Pompilio giunta da Montecalvo, l’arcivescovo ha rivolto queste parole: “La nostra fede, nostra forza non vacilli mai”
