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NAPOLI – Giorgio Longobardi, l’unico consigliere comunale che un anno fa Fratelli d’Italia riuscì ad eleggere a Napoli, è stato sospeso dal partito di Giorgia Meloni.

Il provvedimento è scattato all’indomani del post con il quale il consigliere ha attaccato con tono sarcastico il Partito Democratico facendo riferimento all’Olocausto.

Fratelli d’Italia, il partito dato per favorito alle prossime elezioni politiche, ora vuole essere visto come un partito della destra moderna che si è messo alle spalle ogni atteggiamento nostalgico verso il fascismo.

Ma a Napoli, c’è una fronda interna. Questa mattina, non è passato inosservato un post a firma di Piero Diodato, storico dirigente della destra partenopea, che critica la sospensione annunciata dal partito nei confronti di Longobardi.

“È sotto gli occhi di tutti la disfatta della destra napoletana targata Fdi. Ma la colpa è solo a livello locale? – si chiede Diodato – Assolutamente no! È dal 2017, dalla disastrosa performance alle comunali di Napoli (1,28%), che è stata impedita la ricostruzione del partito”.

“Ingerenze regionali ed acquiescenze nazionali – è la versione del dirigente – sono stati il combinato disposto per l’avvio della procedura della messa in liquidazione di Fratelli d’Italia. Un congresso per la città e la provincia autorizzato, celebrato e il cui risultato doveva solo essere ratificato, è stato inspiegabilmente annullato per stravolgerne gli esiti. Da allora toppe su toppe, commissari usa e getta, per un partito a cui, in realtà, è stato impedito di crescere”.

Diodato, a sua volta in rotta con la dirigenza cittadina di Fdi dopo la rissa dello scorso anno che lo vide protagonista con Marco Nonno al momento della presentazione della lista dei candidati per le comunali, crede che “anche l’ultimo episodio che ha visto la sospensione del consigliere Longobardi possa essere inquadrato in questa logica”.

“Serviva solo dare un segnale alla stampa. E il capro espiatorio è stato trovato a Napoli per un post solamente ingenuo: qualche vittima la si doveva pur fare per sedersi immacolati al tavolo della vittoria…”.

Per Diodato, quindi, la segreteria che fa capo a Giorgia Meloni si è mossa solo per opportunismo e ipocrisia. Ma, in vista della presentazione delle liste dei candidati, il prossimo 22 agosto, Diodato prevede che “ci sarà il redde rationem”.