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L’appello di padre Alex Zanotelli è accorato: De Luca, ripensaci sulla delibera”. Il missionario comboniano guida l’ultima battaglia per l’acqua pubblica in Campania. Nel mirino c’è la delibera di giunta regionale 312, dello scorso 31 maggio. L’atto dà il via libera alla costituzione di una S.p.a mista pubblico/privata, a maggioranza di partecipazione pubblica, per gestire la Grande adduzione primaria di interesse regionale. Si tratta del passaggio dell’acqua dal punto di prelievo ai serbatoi, prima dell’immissione nella rete di distribuzione. Uno snodo ritenuto fondamentale.

Il 16 novembre, a Santa Lucia, il governatore ha incontrato padre Alex e i delegati del Coordinamento Campano per l’Acqua Pubblica. Gli attivisti chiedevano il ritiro della delibera, e di avviare la creazione di una società pubblica partecipata al 100% dalla Regione. “De Luca ci ha detto no su tutti i fronti, la sua posizione è che l’acqua rimane pubblica” dice Zanotelli. Ma obietta: “Rimane pubblica però è gestita da privati, una cosa assurda”. La scelta del socio privato sarà affidata a una gara. Per il missionario “vuol dire dare in mano alle grandi multinazionali un bene supremo, la Campania è una delle regioni italiane più ricche d’acqua, al nord piove sempre di meno, i ghiacciai si sciolgono”. Secondo gli attivisti, così finirà sul mercato la gestione delle fonti di Cassano Irpino, del Garigliano e dell’invaso di Campolattaro. La questione è considerata campale. Padre Alex scorge rischi anche nei piani del governo. Punta il dito, ad esempio, contro la nuova società per azioni “Acque del Sud“, destinata a sostituire il soppresso Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia. All’Eipli, in scadenza il prossimo 31 dicembre, succederà una società con capitale di 5 milioni di euro, detenuto dal Mef. Lo Stato potrà cedere fino al 30% ai privati, indicati come soci operativi.

Ma ora è il fronte campano a preoccupare i comitati per l’acqua pubblica. “La Regione Campania è decisa ad andare avanti” ribadisce Zanotelli. Tuttavia, “anche noi siamo decisi ad andare avanti nella resistenza, non si molla”. Gli attivisti non escludono nulla. Nemmeno un referendum abrogativo della delibera regionale. “Ci stiamo riflettendo, è una possibilità – spiega il missionario -. Come comitati dobbiamo ritrovarci fra di noi, tenteremo di capire cosa si può fare in questo contesto”. Ma padre Alex si dice “scioccato” dalla situazione. Siamo “in un momento tragico per l’acqua – sostiene -, gli esperti ci dicono che già entro il 2040 in Italia avremo meno 50% di disponibilità idrica”. Da qui nasce il suo estremo appello al governatore, “a nome anche del Coordinamento campano per l’acqua pubblica”. A De Luca dice “per favore ripensaci, davvero è un tradimento di tutto”. Lo scenario profetico: “Andando avanti così, chi avrà i soldi e paga avrà l’acqua, chi non potrà pagare, non avrà l’acqua”. Drammatico, se si avverasse.