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Dall’incubo alla Maturità in cinquanta giorni. Alex Pompa, diciottenne di Collegno che lo scorso 30 aprile uccise il padre con 24 coltellate, questa mattina ha svolto l’esame di Stato. Il suo fu un gesto estremo: vedendo la madre ripetutamente minacciata dal marito che la accusava di avere un amante, scattò in sua difesa. Una difesa cruda, atroce, fuori dal comune. 

Risulta complesso, in certi casi, capire cosa sia giusto o sbagliato, soprattutto se in gioco ci sono vite umane. Quella di Alex, appena maggiorenne, è definitivamente cambiata. Una volta ottenuta la scarcerazione, lo scorso 20 maggio, al ragazzo fu concesso di osservare la misura degli arresti domiciliari a casa del suo migliore amico per preparare la Maturità. Oggi, dopo la prova sul “turismo enogastronomico piemontese” sostenuta presso l’Iis Prever di Pinerolo, ha ricevuto anche i complimenti del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Definirla una storia di riscatto è eccessivo, giudicare è avventato. A quello penseranno le istituzioni preposte, chiamate ora a valutare se l’azione di Alex Pompa sia stata di legittima difesa oppure no. “Lui è una vittima, non un assassino. Sono felice che non sia in carcere”, disse la mamma dopo l’istanza di scarcerazione, sostenendo ancora una volta che suo figlio le avesse salvato la vita. Dimostrarlo, adesso, è la sfida più grande. Molto più di un esame che rappresenta la grande ossessione di tutti i suoi coetanei. 

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