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Se avete un figlio giovane con gli occhi stanchi e lo sguardo perso nel vuoto, chiedetevi il perché. Ponetevi la domanda più di una volta, interrogatevi sull’origine di quel malessere, di quella confusione astratta, di quel senso di angoscia facilmente distinguibile. Non datevi pace finché non avrete trovato una spiegazione, combattete per arrivare a un risultato. Ma siate uomini. Uomini veri. 

Se quel figlio ha gli occhi stanchi è possibile che abbia perso la fiducia in un sogno. Ed è altrettanto probabile che quel sogno siate stati proprio voi a trasmetterglielo da bambino, quando a Natale gli regalavate giocattoli che avrebbero segnato la sua infanzia: il camion dei vigili del fuoco, la volante della polizia, la gazzella dei carabinieri. Immagini, frammenti, doni divenuti compagni di viaggio nella vita adolescenziale, capaci nella loro semplicità di condizionare percorsi formativi, scelte di vita, ambizioni.

Se vostro figlio oggi ha lo sguardo perso nel vuoto è perché si è stancato di leggere sempre le stesse cose. Di leggere di gente che bara, che paga, che cede al ricatto di chi incassa per facilitare la strada in un concorso pubblico. Un concorso destinato a chi il Paese dovrebbe difenderlo, servirlo. Non calpestarlo.

L’operazione che la Procura della Repubblica di Benevento e la Guardia di Finanza hanno portato a termine oggi non è che l’ultimo atto di una serie di episodi indecenti su cui si tace ogni giorno colpevolmente, tutti sacrificati sull’altare dell’omertà e del perbenismo. Notizie ricorrenti, storie di corruzione accostate alle icone di categorie e corpi valorosi costretti a subire danni d’immagine irreversibili. Un’offesa all’onorabilità delle divise, una bestemmia urlata a gran voce.

Se vostro figlio alla domanda “allora, farai il concorso?”, non vi risponde “sì papà, voglio fare il vigile del fuoco” come faceva da piccolo quando giocava con l’autobotte in miniatura, chiedetevi perché. Se replica, affranto, “non serve, tanto è tutto inutile”, allora vuol dire che avete un problema. Anzi, abbiamo un problema. Ed è pure bello grosso. Un problema di valori in cui credere, di merito e di sogni che non esistono più, divorati dal dio denaro e da chi passeggia sulle macerie di un’illusione. Sono stati proprio quei sogni a dipingere secoli di storia, peccato che la memoria dell’essere umano sia troppo spesso corta. Se non del tutto inesistente.