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Mauro Chiavarino non è né Cristiano Ronaldo né Leo Messi ma fa cose ugualmente eccezionali. Non gli serve un pallone per dimostrare il suo talento, gli basta una ciliegia. Anzi, un nocciolo da sputare il più lontano possibile. 

Ci sono modi e modi per apprendere una notizia strana, a me è successo qualche ora fa. Una notifica sul cellulare del solito amico: “Oh, guarda qua”. E come sempre ho guardato, incuriosito come sono dalle stranezze. A Celleno – paesino della provincia di Viterbo che ospita una delle più antiche feste in onore della ‘regina’ ciliegia – esiste una competizione creata ad hoc. Per farla breve: si mangia una ciliegia e si sputa il nocciolo su un campo che si estende in lunghezza. Chi si rende autore del ‘lancio’ più lungo, vince. Nulla di contorto. 

Mauro Chiavarino detiene il record italiano assoluto: 22 metri e 80 centimetri. Un primato incredibile che lo rende l’idolo di un microcosmo, il leone in una disciplina che magari nessuno conoscerà, che mai sarà inserita nel programma olimpico, ma che nel Viterbese è considerata più che rispettabile. Anzi, talmente rispettabile che neanche il Covid è riuscito a fermarla, nonostante si basi su un lavoro di saliva. 

Porte chiuse, campo dislocato in campagna, partecipanti tenuti a debita distanza tra loro e giudici pronti alle misurazioni esattamente come nelle edizioni precedenti. Ha vinto nuovamente lui, Chiavarino, stavolta ‘sputando’ il nocciolo a 16 metri e 60 centimetri (rotolamento compreso). Alle sue spalle Flavio Pizzo, distante poco più di un metro. E’ arrivato secondo, a uno sputo dalla gloria. Sarà per l’anno prossimo.