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Afragola (Na) – Succede anche questo. E succede nel 2019. Tratto di strada A1 Milano-Napoli, lavoro di riqualifica delle barriere di sicurezza sia in carreggiata Nord che in carreggiata Sud per una manciata importante di chilometri percorsa, in quello specifico tratto, da migliaia e migliaia di automobilisti ogni giorno. Nello specifico siamo nel comune di Afragola, nel tratto autostradale, di circa 30 chilometri, da Caserta a Napoli. Lavori fermi, da tempo, al punto di ricevere numerose segnalazioni da parte degli automobilisti che rilanciano l’accusa sostenendo l’assurdità della vicenda. Autostrade per l’Italia commissiona i lavori per la riqualifica del percorso stradale e per il rifacimento delle barriere fonoassorbenti, oggi non più efficaci. Un piano di riqualificazione “anti rumore” e delle barriere di sicurezza in uno dei tratti più trafficati d’Italia. Un piano di riqualificazione fermo, lento, pieno di problematiche. Una vicenda che, in questo modo comporta disagi e malcontento agli utenti autostradali che in un Paese già frustrato da condizioni politiche, economiche e sociali, deve subire ulteriori sofferenze, tra l’altro quest’ultime, anche, a pagamento per il pedaggio autostradale.

Era inevitabile dunque, in una correttezza deontologica, controllare i cantieri, sotto il profilo giornalistico e provare a fare un po’ di luce su una vicenda tipica, purtroppo, nel nostro Paese. E salta agli occhi, oltre all’oggetto dell’argomento in se, ossia il rallentamento (in alcuni casi vero e proprio blocco) dei lavori anche le condizioni dei lavori stessi. Risulta infatti inesistente qualsiasi spazio di manovra per eseguire le lavorazioni nei termini previsti, macchinari come il bob, fondamentale in questo tipo di operazione, con totale assenza di aree in cui è possibile lavorare adeguatamente e correttamente. Contattata l’impresa esecutrice scopriamo che questa ha sollecitato la definizione di tali problematiche ma anche che, con il passare del tempo, ne sono state registrate altre: rifiuto dei proprietari delle aree contigue ai lavori di far accedere l’impresa, una problematica ancora in attesa di definizione, l’inesistenza, come già detto, di spazi adeguati per i lavori, per la rimozione dei pannelli fonoassorbenti, la demolizione di new jersey e numerosi altri elementi come l’impossibilità di spostare gli interferenti cavi Telecom fino alla presenza di manufatti abitativi a ridosso delle barriere antirumore esistenti che non permettono l’accessibilità alle aree di intervento e l’esecuzione delle lavorazioni propedeutiche al corretto svolgimento delle lavorazioni previste. Ed infine, ma non di poco conto, la presenza di tubazione idraulica delle acque di piattaforma autostradale interferenti con le opere di demolizione previste.

Sembrerebbe, almeno da quanto siamo riusciti a capire, che l’impresa esecutrice abbia sollecitato più volte la definizione di tali problematiche richiedendo, di conseguenza, una proroga dei termini contrattuali. Bisognerebbe dunque capire, escludendo chi esegue i lavori, le responsabilità oggettive di tali disagi, in relazione al succitato progetto sbagliato, a chi fanno capo. Espropri mancati, ponteggi non previsti, flesso non previsto e interferenze varie, di chi la responsabilità? Ma soprattutto, argomento più importante, il Direttore dei lavori e il responsabile della sicurezza, prima della consegna dei lavori, hanno verificato le varie problematiche ed impedimenti per eseguire le lavorazioni di riqualifica dei tratti autostradali in questione?

Una situazione che, per il geometra responsabile, non risulta essere un problema. Interpellato telefonicamente ha tenuto a confermare: “i lavori sono ripresi, questa notte abbiamo fatto delle prove, abbiamo dovuto richiedere una serie di autorizzazioni al comune ma non risulta in essere nessun problema. I tempi saranno velocissimi, ripartiamo alla grande e non abbiamo nessun disagio”. Un ottimismo che, di fatto, cozza con quanto riportato in relazione alle problematiche oggettivamente esistenti. Problematiche che invece, il Direttore dei lavori, l’Ingegner Marco Sparano, degli uffici Spea di Cassino, non nasconde: “lavoriamo in una delle zone più difficili del Paese e in uno dei tratti più trafficati dell’autostrada italiana. Fare dei lavori in zone cosi porta inevitabilmente a dei rallentamenti. Sappiamo benissimo che i tempi sono stati più lunghi del previsto e sappiamo benissimo che l’impresa sta lavorando in condizioni non semplici. Proprio per questo motivo abbiamo appena autorizzato un flesso di ulteriori 35 centimetri per permettere ai mezzi di muoversi con maggiore facilità”. Una soluzione, questa, probabilmente non ancora sufficiente senza dimenticare le problematiche legate al rifiuto dei proprietari delle aree contigue di far accedere l’impresa in alcune specifiche zone “Si tratta di opere appartenenti all’acquedotto Serino e tra enti è sempre difficile interloquire – continua il Direttore dei lavori – per questo abbiamo previsto dei ponteggi sospesi che hanno ulteriormente allungato i tempi e creato non poche difficoltà. Non era semplice individuare le problematiche dall’inizio ma solo operando sul territorio ci siamo resi conto delle difficoltà esistenti. Ad ogni modo voglio assicurare, con un po’ di ottimismo, che entro due mesi i lavori saranno terminati definitivamente”. Resta tuttavia, come abbiamo avuto modo di constatare con i nostri occhi, l’oggettiva difficoltà, dal punto di vista tecnico e pratico, in cui opera l’impresa che sta eseguendo i lavori. Costretta ad organizzarsi, in relazione alla quotidianità degli impegni, con spazi ristretti e condizioni inaccettabili, con interferenze che impediscono la regolare prosecuzione delle attività oltre a dover sostenere maggiori oneri rispetto a quelli inizialmente previsti. Osservare i mezzi meccanici in spazi ridotti al limite dell’umana comprensione e accettazione è lo specchio palese, troppo spesso, di questo Paese. Una situazione che non può non tornare alla normalità e soprattutto non può non avere preminenza totale in considerazione del tratto stradale in cui si opera che da tempo, troppo tempo, crea enormi disagi agli automobilisti. Gli unici, tra mancanze, ritardi ed errori di valutazione iniziali, a pagarne al momento le spese.