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Che il trading online sia la meta preferita, oltre che di milioni di investitori, anche dei gruppi di hacker più scellerati è cosa nota: oltre ai numerosi siti che mettono in guardia gli utenti, infatti, si sono interessati alla questione anche canali di indagine giornalistica di più ampio respiro, come Le Iene.
Questo non vuol dire che il trading online sia un settore inaffidabile, ma che bisogna prestare particolare attenzione a ciò che si legge ed è necessario informarsi bene per poter distinguere una truffa da un’informazione genuinamente affidabile.
In tema di truffe, vi proponiamo due casi studio interessanti per meglio comprendere come riconoscere una truffa quando la si incontra.

Bitcoin Trader: la truffa colpisce la Ferrero
Notizia dell’ultima ora è quella che interessa il CEO della Ferrero, Giovanni Ferrero, ritenuto “il re del cioccolato”. Giovanni Ferrero, infatti, è stato impiegato dall’ennesima truffa sul web: Bitcoin Trader.
Il sito, che sembra avere base in Alabama, negli USA, impiegava la figura della celebre industria dolciaria come proprio promoter: sui social network, Facebook in particolare, circolavano un gran numero di fake news riguardanti false dichiarazioni e interviste a Giovanni Ferrero.
Cosa strana è che l’intero patrimonio della persona in questione non veniva affatto attribuito alla sua posizione di rilievo in una società che, secondo la rivista americana Forbes può vantare di un fatturato di 22,4 miliardi di dollari, ma interamente alla sedicente miracolosa attività di auto-trading della piattaforma.
Oltre a false dichiarazioni e interviste a Giovanni Ferrero, la pagina di Bitcoin Trader riportava testimonianze di altre persone che si sarebbero arricchite in poco più di 4 mesi attraverso la piattaforma. Al termine della sfilza di edulcorazioni delle proprietà miracolose dell’auto-trading proposte da Bitcoin Trader vi era il formulario per iscriversi e per realizzare il primo deposito di 225 euro.
La piattaforma, che garantiva guadagni giornalieri di circa 750 euro, è stata prontamente segnalata alle autorità stesso dalla Ferrero, che ha già intrapreso le azioni necessarie a fermare la divulgazione di simili diffamanti notizie.

Amazon Profit: chi non investirebbe in azioni Amazon
Un’altra celebre truffa inscenata di recente è quella che coinvolge Amazon Profit, una piattaforma che si appoggiava sulla celeberrima fama dei titoli finanziari della creatura di Jeff Bezos per rubare soldi ai malcapitati che prestavano loro ascolto.
Il gruppo di hacker, la cui provenienza è stata stimata essere dell’Est Europa, si preoccupava di trasferire immediatamente il capitale versato dagli utenti in conti sicuri nei paradisi fiscali, in modo tale da renderli di fatto irrecuperabili e irrintracciabili.
Anche in questo caso la piattaforma è stata segnalata e resa inaccessibile, ma i danni che ha provocato agli ingenui investitori italiani sono, purtroppo, irrimediabili.

Analisi di una truffa: perché l’auto-trading
L’auto-trading è il bersaglio predefinito delle truffe proprio in quanto, pur trattandosi di uno strumento finanziario reale e in continua evoluzione, la maggior parte delle persone sa poco o nulla su di esso.
Le informazioni attendibili presenti sul web, difatti, lo descrivono come una possibilità concreta, che si perfeziona ogni giorno che passa, e di fatti è così. Tuttavia bisogna saper distinguere tra una piattaforma di trading automatico onesta e una truffaldina.
Per poter fare questo fondamentale distinguo è necessario informarsi bene!

Il vero trading automatico
Il vero trading automatico non viene, di fatti, fornito da piattaforme di trading online (broker) che non siano riconosciute dalle autorità competenti.
In Europa sono da considerarsi affidabili unicamente i broker certificati da una delle seguenti autorità: ESMA (European Secuity and Markets Authority), CySec e Consob (quest’ultima mirata ai traders italiani).
Per saperne di più su come fare trading automatico, inoltre, è necessario fare affidamento a siti che svolgono da anni una comprovata attività di informazione e non da pagine dell’ultima ora, dalla sospetta provenienza (nel caso de Bitcoin Trader, le pagine di diffusione delle fake news erano pagine come “What to se in Prague”, con post imbarazzanti dal titolo “L’ultima preghiera per Giovanni Ferrero”).