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Un durissimo atto d’accusa contro il Pd della Campania, accompagnato dalle dimissioni dalla carica di commissario regionale del partito: Francesco Boccia, deputato e sostenitore di Elly Schlein alle primarie Dem, scuote alle fondamenta un partito che in questa Regione è sostanzialmente nelle mani del governatore Vincenzo De Luca.
 
Premessa: se De Luca fa il bello e il cattivo tempo nel Pd in Campania è perché i suoi voti hanno sempre fatto gola a tutti i leader del partito, e non è un caso se lo “sceriffo” passa le sue giornate, ormai da anni, a criticare aspramente, per usare un eufemismo, la leadership Dem. Lo scorso 19 dicembre, tanto per fare un esempio, De Luca affermò: “Quello che mi colpisce rispetto al Pd è la verifica che il partito è stato nelle mani per 15 anni di un gruppo dirigente di miserabili. Miserabili sul piano politico, costituito al 99% di presuntuosi e all’1% di nullità politiche, salvo qualche rara eccezione. Indigna”, aggiunse De Luca, “che chi ha governato il partito continua a dare le carte, a fare interviste a assumere incarichi, pur essendo totalmente al di fuori della società italiana, anime morte, seppelliamole”.
De Luca sostiene la candidatura alla segreteria di Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, evidentemente una di quelle “rare eccezioni”.
 
Boccia, come dicevamo, lascia la guida del partito: “Ho lasciato il ruolo di commissario del Pd Campania”, spiega l’ex ministro, “con una nota formale che ho inviato ieri al segretario Letta, corredata da una serie di informazioni dettagliate che serviranno sicuramente a chi verrà dopo di me, perché danno il quadro del contesto sociale, politico e anche finanziario dentro cui ho trovato questo partito. Mi dimetto perchè ritengo sia importante in questi ultimi 18 giorni di campagna congressuale, farla anche in Campania, da coordinatore politico della mozione di Elly Schlein”.
 
Poi l’attacco a De Luca:  “Vincenzo De Luca”, azzanna Boccia, “è presidente della Regione Campania come Michele Emiliano in Puglia. Nella mia Regione d’origine c’è una discussione aperta tra i consiglieri regionali divisi tra diverse mozioni per la segreteria nazionale del Pd. In Campania invece sono tutti dalla stessa parte”.
L’affondo di Boccia prosegue toccando un tasto delicato:  “I dipendenti dei partiti sono testimonianza del nostro lavoro quotidiano e grazie a loro organizziamo il congresso. Per questo serve il contributo degli eletti, che in Campania la maggior parte non versa. In questo lavoro da commissario”, dice ancora Boccia, “ho verificato che la maggior parte degli eletti, circa il 70-80% non versano contributi al partito. I parlamentari lo fanno, parlo dei consiglieri. Non dico i nomi ma ho allegato una lista nella relazione alla segreteria nazionale che ho inviato insieme alle mie dimissioni da commissario per poter agire normalmente nella mozione della candidata Schlein. Io pago 1500 euro al mese al Pd, 500 al Pd della mia Regione Puglia e contributi vari che in anno diventano altri 7-10.000 euro. In Campania”, ribadisce, “la maggior parte degli eletti non versa, ci sono delle transazioni pubbliche fatte, alcuni hanno versato, molti altri non l’hanno fatto e abbiamo mandato delle notifiche sul pagamento da fare, come si fa in tutti i partiti. Io non darei la tessera a chi non paga”.