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E’ stato catturato in un’abitazione di Acerra, nel Napoletano, l’esponente del clan dei Casalesi Francesco Cirillo, “attivamente” ricercato da oltre due mesi. Cirillo, stanato dall’operazione congiunta di Polizia di Stato e Carabinieri (Squadra Mobile di Caserta e Nucleo Investigativo di Caserta), coordinata dalla Procura di Napoli, era fuggito dalla sua residenza di Casal di Principe (Caserta) il giorno dopo la sentenza della Corte di Cassazione che il 20 novembre l’aveva condannato definitivamente a 30 anni di carcere per l’omicidio dell’imprenditore Domenico Noviello. “La cattura di Cirillo è un risultato dello sforzo congiunto delle forze dell’ordine cui va il mio sincero ringraziamento” afferma il senatore Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare Antimafia. “La latitanza di Cirillo – aggiunge – aveva segnato una profonda ferita nei familiari ed in tutta la società civile che si batte contro la camorra”. Emozionata e quasi incredula Mimma Noviello, figlia della vittima. “Si chiude finalmente il capitolo giudiziario della vicenda che ha coinvolto mio padre Domenico Noviello; ora si può affermare che la giustizia ha fatto il suo corso”. Cirillo è stato sorpreso in un’abitazione di Acerra dove risiede una famiglia composta da tre persone, tutte incensurate, padre – assente al momento del blitz – madre e figlia; le posizioni dei coniugi sono al vaglio degli inquirenti. Cirillo, vistosi scoperto, ha provato disperatamente a fuggire ancora, arrampicandosi sulla facciata del palazzo per raggiungere il terrazzo di un’altra abitazione, dove è stato bloccato. Nei due mesi di fuga – è emerso dalle indagini – Cirillo, che ha moglie e due figli, ha cambiato parecchie dimore, quasi sempre tra Caserta e Napoli; in una circostanza l’esponente dei Casalesi ha trovato ospitalità in un’abitazione di Roma, poi è sempre tornato nei suoi territori. Per Cirillo ora si aprono le porte del carcere dopo un iter processuale travagliato, con la condanna definitiva arrivata dopo ben due pronunce della Corte d’Appello di Napoli – la prima era stata di assoluzione – e della Cassazione. Noviello fu massacrato con decine di proiettili, il 16 maggio del 2008 a Castel Volturno, dai killer dei Casalesi agli ordini del sanguinario boss Giuseppe Setola. Cirillo non fece parte del commando, ma partecipò alla pianificazione del delitto e soprattutto ne rappresentò il “pretesto”, come dichiarato dallo stesso Setola durante il processo. Cirillo infatti era stato condannato nel 2001 per estorsione grazie alla denuncia proprio di Domenico Noviello e del figlio Massimiliano (tuttora sotto scorta). Così nel 2008, quando Setola avviò la stagione nel terrore nel Casertano, e decise di vendicarsi tra gli altri di imprenditori coraggiosi, scelse come bersaglio proprio Noviello, con l’obiettivo di vendicarsi e fare così un favore a Cirillo.