Otto liste per ciascun candidato, due schieramenti principali e un quadro politico che si accende all’indomani dell’apertura ufficiale della campagna elettorale. Da un lato il campo largo del centrosinistra con l’asse PD-M5S guidato da Roberto Fico, già Presidente della Camera e volto simbolo dell’alleanza progressista; dall’altro il centrodestra compatto intorno a Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri espressione di Fratelli d’Italia sostenuto da Forza Italia, Lega e Noi Moderati, oltre che da diverse liste civiche territoriali.
Secondo una recente rilevazione di Affari Italiani, il duello per la guida della Regione Campania si farebbe sempre più serrato: i dati segnalano un possibile “quasi testa a testa” con Fico al 50% e Cirielli al 47%, mentre il centrodestra (FdI-FI-Lega) nel complesso appare compatto attorno al 40%.
La grande incognita di questa competizione resta Vincenzo De Luca: la lista “A Testa Alta”, espressione diretta del governatore, potrebbe infatti influenzare in modo significativo il risultato finale, spostando voti cruciali all’interno dell’area progressista. Allo stesso modo, nel campo del centrodestra, l’apporto delle liste civiche potrebbe rivelarsi determinante, soprattutto se Fratelli d’Italia e Forza Italia dovessero confermare i risultati delle ultime Europee.
La partita, dunque, resta apertissima. Un mese fa sembrava impossibile immaginare un equilibrio così stretto, considerando che solo cinque anni fa De Luca vinse su Caldoro con oltre 30 punti di distacco. Oggi, invece, lo scenario è completamente cambiato: la Campania torna a essere una delle regioni chiave nella corsa per le Regionali.























