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Napoli – Venerdì 12 Aprile apre al pubblico la mostra “Caravaggio a Napoli”, al Museo di Capodimonte, curata dal direttore del Museo, Sylvain Bellenger e dalla professoressa Cristina Terzaghi, nominata nel comitato scientifico del museo di Capodimonte dal Consiglio superiore dei beni culturali nel 2015.

– La fase napoletana della carriera di Caravaggio è decisiva per la comprensione dell’artista. La città lo accolse a braccia aperte… A Napoli Caravaggio inaugurò uno stile nuovo, più drammatico, soprattutto le ultime opere evidenziano una tecnica molto veloce, dove la preparazione scura emerge sovente, lavorava cioè a risparmio, facendo risaltare i contrasti tra le luci e le ombre…- ha dichiarato l’esperta.

La mostra infatti, è dedicata al lavoro svolto dal pittore, durante il suo soggiorno napoletano. Caravaggio arrivò la prima volta a Napoli nel 1606, fuggendo da Roma, e soggiornò nei Quartieri Spagnoli. Risalgono a questo periodo opere come le “Sette Opere di Misericordia” e la “Flagellazione di Cristo”. Il secondo soggiorno napoletano fu nel 1610, anno in cui Caravaggio dipinse il “Martirio di Sant’Orsola”, l’ultima opera eseguita prima di morire e custodita nella Galleria di Palazzo Zevallos a Napoli.

Grazie a questa esposizione si potrà meglio comprendere, quanto la città di Napoli abbia contribuito alla produzione artistica del Caravaggio, quanto i chiaroscuri di scorci e vicoli, i suoi abitanti, le sue vibrazioni, abbiano influito sulle opere del Maestro. In un fluire di stimoli e ispirazioni, l’Artista è stato fondamentale per la pittura seicentesca a Napoli, influenzando la scuola pittorica napoletana.

La mostra infatti, documenta anche l’omaggio che gli artisti napoletani tributarono quasi immediatamente alla pittura del maestro. Sarà dunque un viaggio, alla scoperta del percorso di vita caravaggesca, nel contesto vibrante ed appassionato che ha influenzato il periodo più intenso della produzione artistica del maestro.

Emanuela Zincone