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“Nei 209 miliardi destinati all’Italia, una parte considerevole andranno al Mezzogiorno per
infrastrutture, digitalizzazione, sanità, transizione ecologica. In più avremo i fondi europei per il settennato che va dal 2021 al 2027 e il fondo nazionale di sviluppo e coesione”. La
ministra Mara Carfagna, intervistata dal ‘Corriere della Sera’ sottolinea che in totale per il Sud ci “saranno circa 150 miliardi, oltre a quelli del Piano di ripresa e resilienza, il lavoro da fare – aggiunge – è individuare i giusti progetti su cui investire“.

“Da almeno 20 anni”, sottolinea, “la mancata individuazione dei livelli essenziali di prestazione — sanitaria, scolastica, assistenziale, di trasporto — ha creato una discriminazione di residenza nel nostro Paese”. “Mi rendo conto che abbiamo poco
tempo a disposizione, ma abbiamo il dovere di impostare il lavoro”, aggiunge. Rispondendo a una domanda sul Reddito di cittadinanza, osserva che “oggi uno strumento di sostegno
universale al reddito va mantenuto, è previsto in tutti i Paesi, tanto più in tempi di crisi pandemica. Ma il reddito di cittadinanza ha limiti enormi perché, come ha ammesso anche Di Maio, mette assieme sostegno alla povertà e sostegno a politiche del lavoro, che sono cose diverse. Una correzione sarà obbligata”.

La ministra per il Sud, intervistata anche da ‘Il Mattino’ e ‘Il Messaggero’, sottolinea che i fondi europei sono “un’occasione per il lavoro al femminile”. “Le donne che lavorano nel nostro Paese sono troppo poche, il 48% contro il 64% della media europea. Al Sud, in particolare, è una vera catastrofe: l’occupazione femminile è al 32%”, “le infrastrutture sociali sono la chiave per risolvere il problema e dovranno essere al centro del Recovery Plan”.