- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Tra i vari cani di razza, il pastore tedesco è probabilmente uno di quelli più famosi a livello mondiale. Merito indubbiamente del fatto che è entrato a far parte spesso e volentieri di numerose rappresentazioni cinematografiche, interpretando dei ruoli estremamente coraggiosi e protagonisti di atti e comportamenti eroici.

Ecco spiegato il motivo per cui tante persone si sono lasciate talmente affascinare da questa razza, dal convincersi ad adottare un cucciolo di pastore tedesco. In tal senso, una delle cose migliori da fare è senza ombra di dubbio quella di fare riferimento solamente a degli allevamenti fidati e di esperienza, che propongono dei cuccioli di pastore tedesco a pelo lungo ben tenuti e sottoposti a tutti i controlli del caso.

Tanti allevamenti in Italia

L’educazione di una simile razza, così come il suo addestramento, non è cosa particolarmente difficile, proprio in virtù delle caratteristiche del pastore tedesco. Stiamo facendo riferimento a una razza di cane il cui obiettivo primario è quello di fare sempre qualcosa di utile per le persone intorno a lui. Interessante anche mettere in evidenza come abbia un temperato piuttosto equilibrato, oltre ad essere notevolmente versatile. Per questo motivo, non ha alcun problema ad essere inserito in ogni tipologia di ambiente: caratteristiche che l’hanno reso celebre e apprezzato praticamente in tutto il mondo. In Italia sono numerosi gli allevamenti di pastore tedesco che sono stati realizzati e che offrono la possibilità di adottare dei cuccioli curati e con pedigree.

Quando entra in casa

Il momento perfetto per l’inserimento di un cucciolo di pastore tedesco all’interno di un nuovo ambiente dovrebbe avvenire sempre tra l’ottava e la nona settimana di vita. È questo il periodo, infatti, in cui si sviluppano tutti i vari comportamenti sociali ed è proprio in questa fase che comincia a mostrare un’innata curiosità nei confronti di nuove esperienze, non solo di carattere squisitamente esplorativo, ma anche di carattere sociale. Fondamentale, quindi, in questa fase, fare in modo di rassicurare il cane il più possibile.

Non lasciare subito il cane a casa da solo

Proprio in riferimento al discorso appena fatto, il cucciolo di pastore tedesco spesso e volentieri vive in maniera decisamente traumatica il distacco rispetto alla famiglia da cui è nato. Quindi, “abbandonare” il cane in casa da solo fin dai primi momenti è una mossa in tutto e per tutto errata.

Infatti, tale esperienza, può portare alla crescita di uno stato di tensione, ma anche di tanto stress e ansia, che potrebbero danneggiare il cucciolo nel profondo.  Di conseguenza, con il passare del tempo, il fatto di lasciarlo nella solitudine più totale per troppo tempo potrebbe sfociare in comportamenti aggressivi o eccessivamente possessivi.

No a urla o schiamazzi

Evitare di mettere in atto tutte quelle situazioni che si possono definire come fonti di stress. Di conseguenza, è abbastanza facile intuire come sia le urla che gli schiamazzi non siano assolutamente dei comportamenti da perseguire, dal momento che l’unico effetto sarebbe quello di provocargli molto timore e altrettanta insicurezza.

A maggior ragione nel caso in cui il rimprovero non è immediatamente correlato a un comportamento sbagliato perpetrato da parte del cucciolo di pastore tedesco. Meglio optare per un tono fermo, evitando di urlare per rimproverarlo, ma si deve trattare di un richiamo che deve avvenire in contemporanea con l’azione sbagliata e non dopo diversi minuti.

L’educazione al richiamo

Chiaramente, tra le prime cose da insegnare a un cucciolo c’è quella di non sporcare in casa, ma il richiamo è un aspetto altrettanto fondamentale. Un insegnamento, tra l’altro, si può già mettere in atto in tenerissima età. Mai associare il richiamo a dei momenti negativi.

Abituare il cucciolo ad andare al guinzaglio

Importante anche fare in modo che il cucciolo si abitui fin da subito ad affrontare diverse esperienze alla scoperta del mondo esterno. Di conseguenza, è fondamentale abituarlo subito sia all’uso del guinzaglio che del collare, che nei primi tempi possono provocargli più di qualche fastidio.