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La ristorazione è tra i settori trainanti del nostro paese e si innesta in una filiera, quella agroalimentare e turistica che da sola vale il 25% del PIL italiano. Secondo i dati, sono 330 mila le attività di ristorazione in Italia e danno lavoro al 1 milione e 200 mila lavoratori. Non hanno però durate considerevoli, perché la media della durata è di 5 anni e questo è un problema che parte dalla mancanza di una formazione che è principalmente di tipo tecnico e non manageriale. Bisognerebbe formare i futuri cuochi e cuoche o imprenditori e imprenditrici della ristorazione a gestire le aziende anche dal punto di vista della realizzazione di un business plan e della gestione economica.
Questo perché per aprire un ristorante sono necessari una serie di adempimenti, competenze e conoscenze essenziali per creare un’impresa di successo.
In questa guida definitiva abbiamo raccolto tutto ciò che serve per aprire un ristorante.

Definire la tipologia di ristorante
Il primo passo per aprire un ristorante è avere ben chiaro che tipologia di ristorante si desidera avviare. Ci sono alcune tendenze nella ristorazione e altre idee un po’ più tradizionali. L’importante è fissare cosa non deve mancare e qual è la filosofia da portare avanti. Si può ad esempio puntare su cibi esotici, pietanze tradizionali, la sostenibilità, particolari diete.

Scegliere la location giusta
Dopo aver fissato l’idea del ristorante, è fondamentale scegliere la location, che è una delle azioni più delicate, perché se il locale non è idoneo, poi si rischia di spendere altri soldi per rimediare all’errore. Il locale deve rispettare il concept stabilito e, oltre all’organizzazione dello spazio, bisogna tenere conto dell’arredamento, dei colori e dell’atmosfera che si desidera creare.

Stimare i costi per aprire un ristorante
Definire i costi per l’apertura di un ristorante non è semplice, anche perché le variabili in gioco sono numerose e molte spese all’inizio non previste potrebbero presentarsi durante il work in progress. 
Oltre ai costi per il locale, che vanno dai 70,000 euro per un bar/caffetteria fino a 250 mila euro per un ristorante da 150 posti, si devono aggiungere le spese per la burocrazia e per la gestione, come ad esempio l’apertura della partita IVA, l’iscrizione alla camera di commercio, la Scia, la registrazione all’UTIF, il contratto con il commercialista, l’attivazione e il pagamento delle utenze e l’acquisto di tutta l’attrezzatura. In fase di progettazione del locale ci si potrebbe inoltre rendere conto della necessità di sostituire la canna fumaria, obbligatoria in presenza di forni e con delle particolari specifiche. Il consiglio è di scegliere tra le canne fumarie esterne esistenti su piattaforme online come Echome che permettono di risparmiare sui costi e di selezionare il prodotto ideale in base alle caratteristiche contenute nella scheda tecnica.

Requisiti morali e professionali
Per aprire un ristorante bisogna avere dei requisiti precisi sia di tipo professinale sia di tipo morale. Dal punto di vista professionale è obbligatorio possedere l’abilitazione SAB (Somministrazione Alimenti e Bevande), che può essere evitata solo se si ha esperienza e un diploma di scuola alberghiera o equipollente.
Per quanto riguarda i valori morali, il consiglio è di consultare la legge num. 287 del 25 agosto 1991 che contiene tutte le indicazioni morali per la gestione di un’attività in cui si somministrano alimenti e bevande.