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Ogni anno, i bilanci della camera di commercio italiana registrano chiusure d’attività e fallimenti in numeri a 4 cifre (oltre 6.700 nel 2021, 4.700 fallimenti nel 2020 e poco più di 8.000 imprese chiuse nel 2019 – fonte Istat). La causa principale di questi insuccessi, rientrano nel classico “non riuscire a far fronte a tutte le spese” in un contesto dove – nel nostro paese in particolare – il carico fiscale rimane tra i più alti d’Europa. Ovviamente impossibile generalizzare e dare colpa solo al fatto che non si riesce a pagare meno tasse. Le cause sono svariate ed eterogenee ed a loro volta influenzate da infiniti fattori (settore, aiuti e sgravi fiscali, mercato, concorrenza etc etc..). In aggiunta a ciò, anche la situazione d’instabilità e la crisi economica attuale (più quella che già ci portavamo sulle spalle da anni) dell’Italia, stanno rendendo quasi del tutto insostenibile il “motore impresa” della penisola.

In molti casi, il carico fiscale nel nostro paese arriva a toccare il 43% dell’utile, cosa che ha un impatto devastante se il traino e l’ecosistema dei guadagni non seguono di pari passo. Diventa quindi cruciale che un’azienda o un libero professionista crei una vera e propria strategia (ottimizzata e di lungo periodo) per riuscire a pagare meno tasse. Non stiamo parlando di evasione, ma di pratiche e modalità che convergano nell’aiutare a ridurre il volume di tasse da versare e rendere un’impresa più sostenibile.

Uno dei metodi principali – anche se molto spesso sottovalutato – è l’utilizzo di una tipologia societaria adeguata all’attività, così che le due variabili (carico fiscale e fatturato) possano integrarsi al meglio. Non è raro che questo semplice passo comporti una differenza a volte abissale a livello tributario. Al momento di scegliere se optare per una Società di capitali (S.p.a o S.r.l.), una società di persone (S.a.s. o S.n.c.) oppure per la più semplice partita IVA (Ditta individuale) bisognerebbe tenere a mente che ognuna di queste tipologie ha costi, caratteristiche e burocrazia differenti, che devono essere valutate attentamente in base alle esigenze primarie dell’azienda (numero di soci, prospettive, giro d’affari, tipo di attività etc.).

Non si può poi non citare l’adeguata gestione di deduzioni e detrazioni: due strumenti forniti dallo stato per poter abbassare la base imponibile e quindi corrispondere meno tributi. Non è nemmeno raro che spesso si faccia confusione tra queste due voci. Al contrario capirne i rispettivi aspetti e caratteristiche, diventerebbe un “asset aziendale” fondamentale per usufruirne al meglio.

  • La deduzione è un’agevolazione che incide sul valore su cui sono calcolate le imposte: gli oneri deducibili vengono sottratti dal profitto e sul risultato vengono poi applicate le aliquote.
  • La detrazione invece, sono importi che devono essere sottratti alle imposte già calcolate e che bisogna pagare.

Non è affatto semplice riuscire a districarsi tra le varie voci che possono adattarsi all’una o all’altra circostanza e ciò richiede esperienza e tempo. E’ perciò fondamentale avvalersi di professionisti oltre il classico (e bravo) commercialista, in modo tale da orientarci strategicamente in questo scenario. Numerose aziende internazionali e radicate sul territorio, si rivolgono ad esperti del settore già da anni, ma questo fenomeno sta inglobando pian piano anche le piccole imprese ed i liberi professionisti. Si pensi solo alla componente burocratica di un’azienda, cosa non affatto semplice da gestire; gli adempimenti sono numerosi e richiedono un’adeguata pianificazione e conoscenza, anche legale, del settore.

In Piemonte (più precisamente attorno Torino), il gruppo Sixtegroup è una delle realtà italiane più affermate da questo punto di vista. Avvalendosi di esperti di settore – sia nazionali che oltreconfine – offre consulenze fiscali adeguate a 360° rivolte sia a neofiti del mondo imprenditoriale sia ai più esperti imprenditori. L’idea di principio è convergere e rendere più performante il proprio business, anche attraverso l’apertura di filiali o vere e proprie branch in altri paesi come Svizzera, Albania o Ungheria (quest’ultime in particolare, hanno un sistema fiscale molto interessante, agevolando i capitali stranieri). Nella sezione blog del portale di Sixtegroup, vengono spiegate diverse realtà e possibilità, come quest’articolo su come pagare meno tasse a livello societario.

Sicuramente un’accurata pianificazione fiscale è un altro metodo (che si integra con i precedenti) per poter ottenere – nel lungo termine – ottimi risultati in termini di riduzione di tasse ed aumento della redditività. Una corretta gestione fiscale vuol dire applicare alcune soluzioni attraverso le quali ottenere una drastica riduzione della pressione fiscale. A titolo esemplificativo possiamo citare:

  • lo sfruttamento di brevetti
  • l’utilizzo di benefit come buoni pasto e carburante
  • il pagamento di emolumenti a soci e amministratori
  • la gestione dei contributi INPS, approfittando del fatto che il socio non lavoratore ne è dispensato.
  • L’impostazione di un piano di sviluppo all’avanguardia

Anche lo sfruttamento dell’approvvigionamento esterno (cioè dare in appalto ad altre imprese alcuni servizi o funzioni dell’azienda), è un’ottima strategia a volte sottovalutata ma che può al contrario rivelarsi molto vantaggiosa. Permette infatti di ridurre il numero dei stipendi da pagare e di conseguenza portare a zero la pressione fiscale legata ad essi (pagamento di pensioni, ferie, malattie, permessi etc etc). In aggiunta, questo processo porta alla produzione di costi, completamente deducibili dal reddito.