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Roma – Conferenza serale del presidente Conte per fare un nuovo punto della situazione. Il presidente del Consiglio non lascia spazio ad altre interpretazioni, dopo aver già adottato misure altamente restringenti per l’intera nazione. Ma i numeri non sono ancora positivi, il picco non è stato raggiunto, i contagi e i decessi continuano. Per questo Conte ha deciso di applicare un’ultima e, si spera, decisiva stretta: chiuse le attività produttive non indispensabili, restano attive le farmacie e le parafarmacie, le industrie essenziali e gli alimentari, senza nessuna restrizione sui giorni di apertura. Attività bancarie e postali garantite. Consentita solo lavoro in modalità smart working. Chiesta calma ed evitare code. Una decisione presa insieme ai sindacati e agli imprenditori. “Si rallenta il motore produttivo ma non viene fermato il paese“. Decisione necessaria secondo il premier.

E’ la crisi più difficile che il paese sta vivendo da secondo dopoguerra ad oggi – così ha cominciato il premier. Questo è un periodo nel quale dobbiamo misurarci con notizie che ci feriscono e ci lasciano un segno impresso nella memoria, segno che ci porteremo dietro anche quando tutto sarà finito. La morte di tanti concittadini non è solo un numero, è un dolore che si rinnova; questi decessi sono le storie di tante famiglie che perdono affetti cari”.

Come detto, chiesto un ulteriore sacrificio a un popolo che ne sta facendo già tanti.

“Le misure adottate richiedono del tempo. Rispettiamo le regole e facciamolo con pazienza, responsabilità e fiducia. Sono consapevole che abbiamo adottato misure severe ma non abbiamo alternative: ora dobbiamo resistere per tutelare noi stessi e chi amiamo. Pensiamo, però, che i sacrifici che siamo chiamati a fare sono minimi rispetto a chi rischia di più: penso alle persone negli ospedali, ai medici, infermieri, forze dell’ordine e forze armate, uomini e donne della protezione civile, commessi, farmacisti, autotrasportatori e servizi dell’informazione. Persone che ogni giorno compiono il loro dovere per dare un servizio primario. La comunità deve stringersi per preservare la vita”.