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Caserta – E’ allarme nel mondo delle «startup», settore cresciuto impetuosamente in questi ultimi anni e che la tempesta dell’emergenza Covid19 rischia di spazzare via. Anche in Campania sono tanti i progetti fermi, come spiega Luigi Avenia (in foto), responsabile della «Envise» in provincia di Caserta, esperto del settore, che già da anni si occupa di valutare le idee innovative lanciate soprattutto dai giovani. Non è un caso che istituzioni e privati abbiano chiamato le «startup» a dare il proprio contributo di idee per contrastare il virus. In questo momento è un patrimonio a rischio, perché nella crisi di liquidità non si riescono ad attrarre capitali (per quelle già nate), mentre si rischia di penalizzare quelle nascenti. «La retromarcia del Governo – afferma Luigi Avenia .- ha rallentato lo sviluppo di eventuali idee e, proprio in questo particolare momento, per chi ha un’idea e non ha ancora una forma giuridica o la vuole assumere, ci sono pochissime misure a cui far riferimento». In Italia, spiegano alla «Envise», in generale, c’è ancora poca attenzione alle «startup». «Quando un ragazzo ha una idea – prosegue Avenia – trova delle difficoltà ad affidarsi a delle persone competenti che possano svilupparla, nel senso di vedere le criticità e le potenzialità e non fermarle nel nascere. Ovviamente, questo non pregiudica che tutte le idee siano idonee, bisogna anche trovare l’onestà per dire se l’ idea può avere mercato o no». La «Envise» ha una ventaglio di progetti allo studio, tra cui anche uno legato al mondo dei media che naturalmente non possono essere resi noti per i patti di riservatezza e, a causa del lockdown, ha incontrato difficoltà a proseguire l’attività. «Quando uno ‘startupper’ si affaccia al mercato, ad eccezione di misure di finanziamenti come Resto al Sud o agevolate, non esistono agevolazioni statali che consentono di iniziare un percorso, a meno che il soggetto non venga identificato da un incubatore che vuole sempre qualcosa o chiede la compartecipazione societaria, diversamente da noi». Ad oggi in Italia c’è una grande confusione sulle startup: non si tratta di un inizio di nuova attività ma è un concetto totalmente diverso. «Tutte le idee hanno il diritto di essere ascoltate – spiega Avenia – la differenza tra chi ascolta e chi realizza l’idea sta nell’individuare le potenzialità della stessa. Lo ‘startupper’ non deve essere geloso della propria idea, anzi pur vedendo realizzata la propria idea fa un passo indietro e cede anche la sua società a finanziatori, purché venga finanziata». La «Envise» che si avvale per alcuni progetti dello studio tecnico di Francesco Fiore, sta accompagnando già da due anni nel percorso di sviluppo amministrativo, finanziario ed economico, alcuni giovani con idee innovative al vaglio del team di Envise.