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Lo scorso anno il mercato italiano della cybersecurity ha raggiunto un valore complessivo di 2,48 miliardi di euro, con una crescita che non mostra segnali di rallentamento. Le proiezioni indicano che entro il 2030 questo settore supererà i 6 miliardi di euro, consolidando il proprio ruolo come ambito strategico per l’economia e per la sicurezza nazionale. L’incremento è strettamente collegato all’aumento costante degli attacchi informatici, e alla necessità di rafforzare le infrastrutture digitali delle aziende e delle istituzioni.

Cybersecurity: la situazione in Italia

Il quadro italiano presenta però un divario evidente rispetto ad altri Paesi. Gli investimenti nella sicurezza informatica in Italia rappresentano lo 0,12% del PIL: una percentuale nettamente inferiore rispetto allo 0,34% degli Stati Uniti e allo 0,29% del Regno Unito. Questo scarto sottolinea come la spesa nazionale non sia ancora proporzionata alla gravità delle minacce e alle dimensioni del rischio, soprattutto in considerazione del fatto che l’Italia è tra i Paesi più colpiti dagli attacchi informatici.

Nel 2024, infatti, il 10,1% degli attacchi globali ha preso di mira le principali realtà italiane, partendo dalle PA fino ad arrivare ad alcune delle aziende più importanti del territorio. Anche gli utenti sono spesso vittime dei cybercriminali, in qualsiasi settore o nicchia. Vale pure per il gaming e alcune categorie specifiche come il gambling. Per questo motivo, quando si sceglie ad esempio un casino non AAMS, è bene leggere prima le recensioni degli esperti per evitare di correre dei rischi. Il medesimo consiglio è in realtà applicabile in qualsiasi altra categoria di browser games.

L’impatto della criminalità informatica sul territorio nazionale è sempre più evidente. Nel 2023 sono stati registrati 310 attacchi gravi, con una crescita del 65% rispetto all’anno precedente. Alcuni settori risultano ancora oggi particolarmente esposti, come nel caso delle università. La sanità, ad esempio, ha visto un incremento superiore all’80% degli episodi critici nel 2024, con conseguenze dirette sulla gestione dei dati sensibili e sull’operatività delle strutture. Anche il manifatturiero continua ad essere un obiettivo privilegiato dagli hacker, con il 25% degli attacchi globali.

La cybersecurity crea posti di lavoro

Lo sviluppo della cybersecurity non riguarda soltanto i valori economici, ma si traduce anche in nuove opportunità occupazionali. In Italia la domanda relativa ai professionisti del settore cresce rapidamente, con una stima di 300.000 nuovi posti di lavoro entro il 2025. Questa necessità deriva dall’urgenza di reperire figure specializzate, in grado di affrontare delle minacce sempre più sofisticate. Le aziende cercano competenze che spaziano dall’analisi degli incidenti alla gestione delle infrastrutture critiche, fino alla governance della sicurezza informatica.

Le prospettive salariali riflettono appieno l’importanza e il peso di queste competenze. Nel 2025 lo stipendio medio nel settore della cybersecurity in Italia raggiunge infatti quota 39.500 euro lordi annui. Un cyber security analyst percepisce tra 26.200 e 33.700 euro, mentre le posizioni di vertice possono raggiungere i 150.000 euro annui. Si parla di una progressione che evidenzia un percorso professionale capace di premiare la specializzazione, e con margini di crescita davvero enormi.