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L’intervento del Ministro Speranza sulle linee guida relative all’utilizzo della pillola Ru486 è un fatto storico. Finalmente, dopo anni di lotte, viene cancellato l’obbligo di ricovero e si compie un passo verso il pieno riconoscimento della libertà di scelta. Un atto di civiltà ancor più importante se pensiamo ai recenti tentativi di alcuni Governi regionali di centrodestra di porre sempre più paletti e vincoli alle donne che decidono di interrompere la gravidanza, scoraggiandole e rendendo i loro diritti di fatto inattuabili.

Ora però bisogna affrontare l’altro grande ostacolo che si para sistematicamente di fronte alle donne che scelgono di non portare avanti la gravidanza: l’enorme prevalenza di obiettori di coscienza tra il personale sanitario, che provoca gravi difficoltà di accesso alle procedure di ivg. Circa il 70% dei ginecologi è obiettore di coscienza, una percentuale altissima che cresce ulteriormente al Sud. In Campania si parla di una cifra superiore all’80%, tale da negare in sostanza il diritto di scelta per cui milioni di donne hanno combattuto.

Come Democratici e Progressisti con De Luca Presidente riteniamo che il prossimo mandato amministrativo debba essere l’occasione per fare un ulteriore passo in avanti. Il diritto di scelta è sacro ed inviolabile, pertanto non possiamo limitarci a difenderlo: dobbiamo realizzarlo. Una soluzione potrebbe essere quella messa in campo dalla Regione Lazio negli ultimi anni, prevedere cioè concorsi specifici per il servizio di interruzione di gravidanza e riservati pertanto a medici non obiettori di coscienza. Una voce autorevole che ascolteremo con attenzione ancora in queste settimane e durante il mandato amministrativo è quella del movimento delle donne, che in questi anni ha detto parole concrete e importanti su queste questioni.

Garantire la presenza negli ospedali di medici non obiettori non significa negare il valore dell’obiezione di coscienza, ma affermare che esso non può in alcun modo impedire la piena realizzazione di un diritto fondamentale come quello di scelta. Nei prossimi cinque anni il nostro impegno in Consiglio regionale dovrà anche essere quello di far sì che le donne che decidono di interrompere la gravidanza trovino in ogni ospedale del personale pronto a sostenerle e ad accompagnarle in un percorso quasi sempre emotivamente difficile e doloroso. In tal senso sarà necessario anche potenziare la rete dei consultori familiari. Nei prossimi giorni annunceremo le nostre proposte in sostegno delle famiglia, finalizzate anche a conciliare genitorialità e lavoro. Prendiamo esempio dal coraggio del Ministro Speranza e del movimento delle donne, che tanto ci ha insegnato in questi anni, e facciamo anche qui la nostra parte!