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L’attività di spaccio come una vera e propria impresa: tre turni di lavoro per i pusher, uno stipendio di 800 € al mese, l’utilizzo da parte degli appartenenti a tre organizzazioni diverse di utenze telefoniche dedicate in via esclusiva allo spaccio trasferite dall’uno all’altro spacciatore al termine di ogni turno.

I carabinieri del comando provinciale di Salerno con il nucleo investigativo che hanno condotto le indagini a partire dal 2017, partendo da un’attività di controllo di una coppia di gemelli spacciatori a Montecorvino Rovella, hanno contato fino a 24.000 comunicazioni in circa due mesi. Un’attività che era in grado di sfruttare anche 5000 al giorno vendendo in diversi mercati di spaccio estesi a tutta la provincia e oltre, cocaina, crack ed hashish.

I pusher venivano pagati ogni settimana con un vero e proprio stipendio. E gli utilizzatori erano non solo tossicodipendenti dei territori immediatamente prossimi alle organizzazioni (Pontecagnano Faiano, Bellizzi, Salerno e Montecorvino Rovella) ma anche persone che provenivano dall’intera provincia, da paesi dell’alto Cilento, del vallo di Diano nonché dell’Irpinia e finanche della Basilicata che non esitavano a sobbarcarsi un lungo viaggio per approvvigionarsi di consistenti quantitativi di droga. Nel corso dell’attività investigativa che ha portato all’arresto di 21 persone (12 in carcere, sette ai domiciliari due divieti di dimora in provincia di Salerno) sono stati sequestrati 2 kg di sostanza stupefacente e 50.000 in contanti.