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Giochi di potere. O se preferite ‘giochi preziosi’, per citare uno degli artefici dell’ennesimo strano capitolo di questo calcio. E’ notizia delle ultime ore che l’Assemblea della Lega serie A ha bocciato l’algoritmo proposto da Gravina. Secondo quanto stabilito ieri, in caso di interruzione del campionato e senza certezze date dall’aritmetica, congelamento della classifica ma niente Scudetto e nessuna retrocessione. La media punti varrebbe, sì, ma soltanto per stabilire i piazzamenti Uefa. La proposta è passata con 16 voti su 20, non briciole, considerando che soltanto il Milan si è detto contrario e gli altri voti non favorevoli corrispondono ai club astenuti: Napoli, Lazio e Roma.

Come accoglierà la Figc questa decisa virata della massima serie? Non bene, siamo pronti a scommetterlo. Lunedì 8 giugno è previsto un consiglio federale infuocato, nel quale Lotito, Dal Pino e Marotta – rappresentanti della serie A – saranno chiamati a far valere le ragioni espresse ieri. Una contrapposizione netta al ‘metodo Gravina’, con play off, algoritmo e retrocessioni bocciate. Se non è un colpo di scena, poco ci manca. Dopo aver tirato a lungo la corda per la ripresa dei tornei, la Lega serie A sta provando a imporre paletti tornando alla sua natura originaria di macchina da soldi e di interessi a tutti i costi.

E’ chiaro che la presa di posizione assunta ieri dai club di A vada a influire in particolar modo sulla B, che senza retrocessioni dal massimo campionato vedrebbe compromessa la sua funzione. Anche se dalla A non hanno parlato di blocco delle promozioni (come avrebbero mai potuto, del resto?), in caso di congelamento delle retrocessioni l’unica soluzione che si profilerebbe è quella di un torneo a 23 squadre, ipotesi che Gravina ha sempre giudicato poco percorribile e non in linea con il discorso approvato per le altre leghe del nostro calcio, per le quali sono state già previste promozioni e retrocessioni.

Curioso, inoltre, notare la differenza nell’accogliere la notizia da parte dei principali quotidiani sportivi. Il Corriere dello Sport, strenuo sostenitore della ripresa nonché del completamento dei campionati, ha attaccato duramente i recenti sviluppi provenienti da via Rosellini. Di parere opposto la Gazzetta dello Sport, che pare incitare a gran voce i consiglieri di A a farsi valere nel prossimo consiglio federale, esortandoli quasi a minacciare una scissione in caso di mancata accettazione delle proposte. Approcci diversi, opposti nella loro natura.

Ed è impossibile, a questo punto, non badare a un dettaglio. La ‘rosea’ ha un padrone, quell’Urbano Cairo che cambia idea ogni istante, passato nel giro di due mesi più volte dal “mai in campo” al “contenti di ripartire, il calcio manca ai tifosi” (1 giugno, non preistoria). Spettacolo puro, al punto che ieri pare ci fosse lui a guidare la rivolta dei capricciosi. Il suo Torino è a due punti dalla zona retrocessione. Ancora più interessante notare chi gli ha fornito un saldo appoggio: Udinese Sampdoria. Facciamo un gioco: indovinate dove sono piazzate al momento? Il baratro è vicinissimo, a sprofondarci ci vuole poco. Se non è una figuraccia questa…