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Per fare un esame di maturità facile e veloce bastava pagare 6mila euro, e passava la paura. La Guardia di Finanza ha sequestrato un centro studi, ‘Forma Mentis’, gestore dell’Istituto Marconi di Bologna, specializzato nel recupero degli anni scolastici e nella preparazione della maturità.
L’indagine riguarda una presunta organizzazione criminale composta da dieci persone: grazie alla compiacenza di istituti paritari, ritenuti “diplomifici“, tra le Marche e la Campania, il centro avrebbe assicurato ai propri studenti il superamento dell’esame di maturità, dietro pagamento. Il sequestro del gip riguarda, oltre al centro bolognese (con un’unità locale a Firenze), anche una società sempre di Bologna, la Eduservizi srl, una di Fermo, la Mia srl, gestore del Polo scolastico Giovanni Paolo II di Fermo e il Centro scolastico srl di Nola, che gestisce l’Istituto Santa Rita di Saviano. Inoltre, è scattato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 90mila euro a carico di tre indagati e delle società che gestivano gli istituti.
All’origine di questa inchiesta c’è un’altra indagine che lo scorso anno aveva portato alla luce un meccanismo simile a quello scoperto ora e che aveva al centro un altro istituto bolognese, la ‘Leonardo Da Vinci School’.
“Sulla scorta degli accertamenti – scrive il gip Andrea Romito – è lecito ipotizzare che all’interno della struttura bolognese (Istituto Marconi, ndr) e degli istituti scolastici paritari ‘Polo scolastico paritario Giovanni Paolo II, di Fermo, e ‘Santa Rita’, di Saviano, un gruppo determinato di persone, abbia sistematicamente operato e continui ad agire attraverso un efficiente meccanismo criminoso che consente agli studenti di conseguire indebitamente, dietro un corrispettivo di denaro, diplomi scolastici”. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione a delinquere, corruzione, falso ideologico.
L’indagine, coordinata dal pm Stefano Dambruoso e condotta dal nucleo di polizia economica e finanziaria, si è concentrata in questo caso sull’anno scolastico 2023-2024. Secondo gli investigatori, il gruppo si avvaleva di “broker” che promuovevano le scuole paritarie verso cui indirizzare gli studenti bolognesi per ottenere senza sforzi il diploma di maturità. Venivano poi prodotte false attestazioni di percorsi per competenze trasversali e orientamento, ai fini dell’ammissione agli esami e false auto-dichiarazioni di domicili in comuni della Campania, per dimostrare una regolare frequenza in scuole della regione. Infine, venivano anche redatti i compiti scritti da parte degli studenti, con l’obbligo di non indicare la data e predisposte le pagelle con le false attestazioni dei dirigenti scolastici coinvolti.