Campania in forte ritardo negli screening oncologici. È quanto emerge dal report 2023 dell’osservatorio nazionale screening, il network che monitora l’offerta del servizio sanitario nazionale. I dati del report sono stati analizzati dalla fondazione Gimbe, che ha preso come riferimenti tre programmi di screening “con il duplice obiettivo – spiega il presidente, Nino Cartabellotta – di sensibilizzare i cittadini sull’importanza di aderire agli screening e sollecitare Regioni e aziende sanitarie locali a concentrare sforzi organizzativi e comunicazione pubblica su questo pilastro fondamentale della prevenzione oncologica”. Stando ai dati forniti dalla fondazione Gimbe, nel 2023 milioni di cittadini non hanno ricevuto o, molto più spesso, hanno ignorato l’invito a sottoporsi a uno screening oncologico gratuito, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. “Adesioni ancora troppo basse e profonde diseguaglianze territoriali – prosegue Cartabellotta – mettono a rischio lo strumento più efficace per la diagnosi precoce dei tumori. Il risultato? Oltre 50mila diagnosi mancate, tra tumori e lesioni pre-cancerose”.
Restando alla Campania, i dati per il 2023 riguardanti l’estensione (percentuale della popolazione target che riceve un invito) e l’adesione (proporzione di invitati che eseguono il test rispetto alla popolazione target) agli screening segnalando che per quello mammografico l’estensione è pari al 82,8% (la media nazionale è 93,6%) mentre l’adesione è pari al 27% (media Italia 49,3%), che posiziona la regione al 19esimo posto. “Questa percentuale – spiegano da Gimbe – correlata all’estensione, di per sé già inferiore al 100%, documenta che in questa regione, come per le altre del Mezzogiorno (Molise escluso), la mancata adesione agli screening riconosce a monte responsabilità organizzative nella gestione degli inviti”. Per lo screening cervicale (per il tumore del collo dell’utero) l’estensione è pari al 98,1% (media Italia 111%) della popolazione target e l’adesione è al 29,2% (media nazionale 46,9%); anche in questo caso la regione si colloca al 19esimo posto. Infine, per lo screening colon-rettale, l’estensione è pari al 63,3% (media Italia 94,3%) e l’adesione è del 12,5% (media Italia 32,5%), tale da collocare la Campania al penultimo posto tra le regioni. “Tutte le regioni del Mezzogiorno, ad eccezione della Basilicata – concludono dalla fondazione – si collocano al di sotto della media nazionale”.