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Oltre 8mila agricoltori hanno invaso le strade di Bari per dire basta ai “trafficanti di grano” che schiacciano il prodotto nazionale sotto i costi di produzione, spingendo le aziende agricole a lavorare in perdita e aumentando la dipendenza dalle importazioni estere. In tutta Italia – da Palermo a Cagliari, da Rovigo a Firenze – Coldiretti ha mobilitato più di 20mila coltivatori, con cartelli, cori e sacchi di grano vuoti avvolti nel tricolore per denunciare un sistema che «distrugge il reddito agricolo».

Nel capoluogo pugliese il corteo è stato guidato dal vicepresidente nazionale Gennarino Masiello, ma a distinguersi è stata la forte presenza campana: in prima fila il presidente di Coldiretti Campania Ettore Bellelli, accompagnato dalla direttrice di Avellino Maria Tortoriello, dal direttore di Salerno Vincenzo Tropiano, dal direttore di Benevento Remo De Ieso e dal direttore di Caserta Giuseppe Miselli.

La protesta nasce dal crollo del prezzo del grano duro, sceso sotto i 28 euro al quintale (–30% in un anno), mentre i costi di produzione sono aumentati del 20% dal 2021. «Un chilo di pasta oggi viaggia sui 2 euro, ma agli agricoltori vengono riconosciuti appena 28 centesimi al chilo di grano», denuncia Coldiretti.

Per affrontare la crisi, l’associazione propone un pacchetto di misure: dall’istituzione della Commissione unica nazionale del grano duro al rafforzamento dei contratti di filiera, passando per il blocco delle importazioni sleali, la trasparenza dei costi di produzione, più investimenti in ricerca e stoccaggi strategici, fino all’obbligo di indicare l’origine del grano su tutte le confezioni di pasta in Europa.

Sul tema delle “riforme” interverrà nel pomeriggio anche il leader nazionale Ettore Prandini, ospite della convention di Forza Italia a Telese Terme (BN), alla presenza dei vertici istituzionali del partito azzurro.