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Il nuovo Governo Draghi si è insediato da soltanto pochi mesi, ma ha in agenda una mole davvero notevole di lavoro.

Ovviamente priorità assoluta alla gestione dell’emergenza Covid-19, con la campagna di vaccinazione nazionale da portare avanti di regione in regione e, più in generale, tutte le questioni relative all’ordine pubblico, le riaperture, l’ottimizzazione delle strutture ospedaliere, il controllo degli indici di contagio e via dicendo.

Dopodiché ci sono tutti gli altri temi, tra cui, in questo momento, i più caldi sembrano quelli di natura economica, come, ad esempio, quelli legati alla riforma fiscale e alla riforma delle pensioni, su cui l’attenzione dei cittadini è indubbiamente molto alta.

Per disporre di un quadro esauriente circa tutte le ultime novità in merito è possibile affidarsi ad appositi portali specializzati. Per esempio, sul sito pensioniefisco.it è possibile trovare informazioni dettagliate grazie al lavoro di esperti del settore che si pongono l’obiettivo di spiegare in modo semplice ed esaustivo ogni novità legata all’ambito fiscale e a quello previdenziale.

Le ultime sulla riforma fiscale

Secondo l’agenda di Governo la nuova riforma fiscale verrà definita durante la seconda metà del 2021. Ciononostante ci sono già diversi rumors a riguardo e molte fonti concordano nel parlare di un possibile “modello scandinavo”. L’obiettivo dichiarato è quello di affrontare la questione dell’imposizione personale, adeguandosi parallelamente agli ultimi sviluppi globali relativi alle imposte ambientali ed alla tassazione delle aziende multinazionali.

Si parla di modello scandinavo perché, secondo addetti ai lavori, l’Italia trarrà ispirazione dalla Dual Income Taxation: un modello che limita il principio di progressività ai redditi di lavoro e che applica un particolare sistema di aliquote proporzionali ai redditi di capitale. Detto questo, la riforma lavora anche agli incentivi per la crescita e per l’offerta di lavoro dei secondi precettori di reddito dei nuclei familiari, oltre che a un’offerta di lavoro più vasta, che permetta la produzione di nuovo reddito.

Ultima, ma non ultima, la questione regime forfettario, che sta già generando attriti tra i vari partiti nazionali anche all’interno della maggioranza: infatti l’ultima proposta fatta dal Direttore Generale delle Finanze Fabrizia Lapecorella di alzare al 23% l’aliquota di tassazione non è stata accolta favorevolmente dalla Lega.

Le ultime sulla riforma pensionistica

Per quello che riguarda le pensioni il dato certo è che Quota 100 verrà abbandonata a partire dal 2022. Questo decreto, introdotto nel 2020, ha modificato i requisiti minimi per andare in pensione, andando di fatto ad adattare la somma di età anagrafica ed età contributiva in base alla storia personale del singolo cittadino.

Grazie a Quota 100 infatti potevano accedere alla pensione tutti coloro che avessero raggiunto un minimo di 100 anni sommando la propria età e gli anni di contributi versati.Difficile dire oggi quale sarà il futuro delle pensioni in Italia, ma una delle soluzioni in cantiere potrebbe consistere in una rimodulazione della riforma di cui sopra, che diverrebbe una nuova “Quota 102”.

Una riforma che manterrebbe i requisiti per la pensione di vecchiaia di 67 anni di età anagrafica, adeguandoli però alla nuova aspettativa di vita e ad un minimo di 20 anni di contributi versati alle casse dello Stato. In sostanza, Quota 102 manterrebbe il funzionamento basilare dell’attuale Quota 100, andando però ad innalzare la somma di età anagrafica ed età contributiva ad almeno 102 anni.