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Gabriele Gravina è tornato sulla ripresa dei campionati attraverso un articolo scritto per l’osservatorio ‘Riparte l’Italia’ in cui ha spiegato come mai abbandonare l’idea di tornare in campo rappresenterebbe un problema gravissimo per l’intero movimento calcistico: “Solo la ripresa dei tornei consentirebbe di attutire il crollo dei ricavi sul breve periodo, altrimenti stimabili in oltre 700 milioni (più di 500 generati dal blocco imposto dal Covid-19) – si legge nelle dichiarazioni del numero uno della FigcIl calcio in Italia è lo sport più rappresentativo: coinvolge 4,6 milioni di praticanti, con circa 1,4 milioni di tesserati per la FIGC, di cui 833.000 calciatori tesserati nell’ambito dell’attività giovanile (circa il 20% della popolazione italiana maschile tra i 5 e i 16 anni risulta tesserato per la Federcalcio). Ogni anno in Italia si disputano circa 570.000 partite ufficiali, ovvero 1.600 partite al giorno (una ogni 55 secondi). Dati e trend che testimoniano quanto il calcio rappresenti il principale sistema sportivo italiano, se si considera anche il fatto che la FIGC da sola incide per circa il 24% degli atleti tesserati per le 44 Federazioni Sportive Nazionali affiliate al CONI”.

La giornata chiave per una ripartenza dei tornei potrebbe essere quella di domani, 28 maggio, quando il governo si pronuncerà sull’eventualità. Venerdì, invece, toccherà all’assemblea di Lega della Serie A esprimere un parere in base a quelle che saranno le comunicazioni della politica.  “La diffusione del contagio da Covid-19 ha stravolto le nostre vite, ha imposto cambiamenti radicali alle nostre abitudini e messo in discussione le relazioni interpersonali. Ma non ha spezzato il filo d’amore che lega il calcio all’Italia”, ha scritto ancora Gravina nel suo intervento. E’ a quel filo, però, che sono appese le speranze di tanti appassionati, oltre che il futuro di serie A e serie B. All’orizzonte si profilano ore determinanti.