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Archiviato l’esaltante Europeo itinerante, vinto dagli Azzurri dopo la memorabile impresa di Wembley, gli appassionati possono finalmente concentrare le proprie attenzioni sul calciomercato, con la speranza che il proprio club metta a segno il tanto agognato colpo. Seguendo il calciomercato tutte le trattative, ogni tifoso può restare aggiornato sugli acquisti e le cessioni della propria squadra, iniziando ad ipotizzare quale sarà l’undici che metterà in campo l’allenatore.

Col passare degli anni, d’altro canto, il calciomercato è diventato sempre più importante nella vita dei tifosi, che lo seguono con attenzione analoga, se non addirittura superiore, alle prestazioni fornite in campo dalla squadra del cuore. Nel Belpaese, in tal senso, siamo stati storicamente viziati dalle tante clamorose trattative avvenute nei decenni scorsi, quando l’Italia era la regina incontrastata della “Dea Eupalla”.

 

I clamorosi colpi del Napoli di Ferlaino

Ed il Napoli, in tal senso, ha avuto spesso un ruolo da protagonista. Il primo grande colpo di calciomercato, che ebbe una vasta cassa di risonanza mediatica per la cifra sborsata dal club partenopeo, fu l’acquisto di Beppe Savoldi nell’estate del 1975. Per aggiudicarsi l’attaccante bergamasco, Ferlaino imbastì un’operazione dal valore complessivo di 2 miliardi, di cui 1,4 “cash” più la cessione di Clerici e del 50% del cartellino di Rampanti.

Il buon Beppe Savoldi fu ribattezzato “Mister due miliardi”, un soprannome che lo accompagnò per il resto della sua carriera, anche una volta appese le scarpe al chiodo ed intrapresa, non con analoga fortuna, il ruolo di allenatore. L’operazione più clamorosa imbastita da Ferlaino, però, fu certamente un’altra, che diede il via alla più bella era del Napoli Calcio: l’acquisto di Diego Armando Maradona.

Al termine di una trattativa lunga ed assai complessa, che vide coinvolti istituti bancari di primo piano, ministri e sindaco della città, il presidente partenopeo staccò un assegno di 13 miliardi e regalò ai tifosi partenopei, ma più in generale a tutto il calcio italiano, un fuoriclasse assoluto, che con le sue perle ha scritto pagine indelebili della storia del calcio.

 

Baggio alla Juventus: la rivolta di Firenze e la “moral suasion” di Agnelli su Berlusconi

Quanto il calciomercato divenne centrale nella vita delle persone, lo si capì chiaramente nell’estate del 1990. Siamo all’alba delle “notti magiche”, quelle che ancora oggi, a distanza di oltre trent’anni, sono restate impresse nella mente degli italiani nonostante la mancata conquista del titolo. A Firenze, a pochi chilometri dal ritiro azzurro di Coverciano, i tifosi mettono a ferro e fuoco la città per la cessione di Roberto Baggio alla Juventus, operazione da 25 miliardi.

Uno smacco per i tifosi viola, ormai entrati nell’ottica di dover perder il “Divin Codino”, che non avrebbero mai immaginato di vederselo soffiare dalla Juventus. Ed invece, nonostante un accordo già raggiunto col Milan, il genio vicentino passò ai bianconeri grazie all’intervento di Gianni Agnelli, che effettuò una sorta di “moral suasion” nei confronti di Silvio Berlusconi e lo convinse a stracciare l’accordo già trovato con l’entourage del giocatore.

 

L’acquisto di Ronaldo, il Fenomeno: operazione da 50 miliardi

Da Baggio al Fenomeno. Estate 1997. Tutti, ormai, si sono resi conto che il migliore giocatore del mondo è un ragazzo brasiliano, non ancora ventunenne, che veste la maglia del Barcellona: Ronaldo Luis Nazario de Lima, per tutti Ronaldo. Dopo un anno di apprendistato nel PSV Eindhoven, ricalcando le orme di un altro grande giocatore brasiliano come Romario, Ronaldo sbarca a Barcellona e conquista il mondo intero, vincendo da assoluto protagonista la Coppa delle Coppe.

In quel periodo, Massimo Moratti sta cercando di colmare il gap che separa l’Inter da Milan e Juventus. Decide, quindi, di cogliere l’occasione al volo: paga la clausola rescissoria presente nel contratto che legava il brasiliano al club catalano e, per una cifra attorno ai 50 miliardi, regala alla Beneamata il “numero uno assoluto” di quell’epoca.

 

L’inatteso arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus

I colpi di mercato non mancarono neppure nei successivi vent’anni, tra i quali spicca la cessione di Zidane al Real Madrid (che fruttò 150 miliardi alle casse bianconere), gli acquisti di Thuram, Buffon e Nedved da parte della stessa Juventus, oltre allo sbarco in rossonero di Rui Costa, Inzaghi e Nesta. Ma per trovare un colpo ad effetto come quello riuscito all’Inter nel 1997, bisogna arrivare al 2018. E il conio non è più la Lira, ma l’Euro.

È un’estata amara, amarissima, per i tifosi italiani, che hanno assistito ai Mondiali da semplici spettatori complice la mancata qualificazione degli Azzurri alla fase finale del torneo. Ad accendere la fantasia degli appassionati del calcio nostrano, però, ci pensa la dirigenza juventina, che decide di mettere a segno un incredibile ed inimmaginabile colpo di mercato: Cristiano Ronaldo.

Nessuno, sino a pochi mesi prima, avrebbe immaginato che un’autentica icona del calcio mondiale, legato ai colori del Real Madrid apparentemente in modo indissolubile, potesse sbarcare in Italia, in un campionato afflitto da svariati problemi da almeno un decennio. Ed invece, dopo una trattativa protrattasi per svariate settimane, CR7 firma un quadriennale con la Juventus, che sborsa 110 milioni per acquisirne il cartellino.