Negli ultimi decenni, la tv italiana ha visto nascere e svilupparsi alcuni quiz show che non solo hanno intrattenuto milioni di telespettatori, ma si sono anche radicati nella cultura televisiva nazionale. Questi programmi – con meccanismi ben definiti, conduttori carismatici e un’ambientazione studiata – hanno segnato epoche diverse dell’intrattenimento. Vediamone alcuni tra i più significativi.
Rischiatutto
Andato in onda per la prima volta tra il 1970 e gli anni successivi, Rischiatutto è stato la versione italiana del format americano Jeopardy!. Il gioco presentava un meccanismo classico domande-risposte e venne condotto da Mike Bongiorno, coadiuvato dalla figura severa di Ludovico Peregrini, suo braccio destro nel ruolo di autore e capo giuria. Il quiz raccolse un grande successo, durò diverse edizioni e nel 2024 è tornato come speciale evento con il titolo Rischiatutto 70, condotto da Carlo Conti, per celebrare i settant’anni della Rai.
Il pranzo è servito
In onda dagli anni Ottanta fino ai primi anni Novanta e riproposto nel 2021, Il pranzo è servito fu ideato da Corrado e Stefano Jurgens. Passato da Canale 5 a Rete 4 e infine brevemente su Rai 1, fu celebre per i suoi giochi legati al cibo e alla convivialità, studio ricco di elementi scenografici semplici ma iconici. La formula originale fu esportata anche in Spagna.
Sarabanda
È stato uno dei quiz musicali più longevi della storia televisiva italiana. In onda su Italia 1 dal 1997 al 2005, ripreso poi nel 2017 e nuovamente nel 2025, Sarabanda era basato sul format statunitense Name That Tune. Condotto da Enrico Papi, ha proposto diversi giochi musicali, diventando un cult del genere. Con circa 1.799 puntate in forma quiz e oltre 1.800 considerandone tutte le versioni, è forse il quiz musicale più duraturo della tv italiana.
L’eredità
È il quiz più longevo in termini di puntate nella storia della tv italiana, con oltre 5.400 episodi andati in onda dal 2002 a oggi. Ideato da Amadeus e Stefano Santucci sul format argentino El legado, è caratterizzato da dinamiche rapide tra concorrenti e la celebre fase finale chiamata “la ghigliottina”. Tra i conduttori si sono alternati Amadeus, Carlo Conti, Fabrizio Frizzi, Flavio Insinna e attualmente Marco Liorni.
Chi vuol essere milionario?
Adattamento del celebre format inglese Who Wants To Be a Millionaire?, va in onda in Italia dal 2000 sotto la guida di Gerry Scotti. Con 16 edizioni (15 fino al 2020 e una ripresa confermata dal 2024) e 1.690 puntate, Scotti ha ottenuto il Guinness dei primati per il maggior numero di puntate presentate del format. Il programma ha avuto uno spin-off chiamato 50-50.
La Ruota della Fortuna
Un focus specifico e particolare lo merita La Ruota della Fortuna. La versione italiana del celebre Wheel of Fortune statunitense approdò sugli schermi italiani nel 1987–1988 su Odeon TV, condotta da Augusto “Casti” Mondelli e Raffaella de Riso. Prima di ciò, erano già state sperimentate versioni embrionali del meccanismo all’interno di altre trasmissioni come Ciao gente! e Pentatlon – entrambi condotti da Corrado e Mike Bongiorno – ma senza diritti ufficiali del format.
Il successo con Mike Bongiorno
Il vero boom avvenne a partire dal 1989, su Canale 5, con la conduzione di Mike Bongiorno affiancato inizialmente da Paola Barale e altre vallette che diventarono iconiche, come Antonella Elia e Miriana Trevisan. Il quiz entrò nell’immaginario collettivo grazie a elementi ormai convenzionali come la frase “Posso comprare una vocale?” e lo studio con ruota e tabellone luminosa. In quegli anni vennero trasmesse oltre 3.125 puntate sotto la guida di Bongiorno.
Evoluzioni e revival
Dopo la fine su Rete 4 nel 2003, la trasmissione tornò nel 2007 su Italia 1, condotta da Enrico Papi e con Victoria Silvstedt al tabellone. Nel 2024, in occasione del centenario della nascita di Mike Bongiorno, il quiz ritornò in fascia preserale su Canale 5, con Gerry Scotti affiancato da Samira Lui. Questa nuova edizione, prodotta da Endemol Shine Italy, ha reintrodotto meccaniche originali e modernizzate, come “La Ruota del Tempo” e il gioco finale “Ruota delle Meraviglie”, accompagnati da scenografie rinnovate e band dal vivo.
Ispira anche il mondo digitale
Proprio per la sua meccanica semplice e avvincente, La Ruota della Fortuna ha ispirato numerosi giochi digitali e versioni online. Alcuni di questi riprendono il meccanismo della ruota, la fase di indovinare la frase misteriosa, e l’importanza della casualità e della suspense. Un esempio di connessione tra quiz classici televisivi e giochi interattivi moderni si trova nel confronto con format digitali simili a Crazy Time, che ne recuperano l’idea di spin-wheel dinamiche in contesti diversi e contemporanei, mantenendo quell’alone di attesa e sorpresa che da sempre contraddistingue il concetto televisivo della ruota.