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Pescara – “La tragedia di Rigopiano poteva essere evitata?”. È questo il titolo della puntata andata in onda ieri sera su Italia 1 nel noto programma de Le Iene dove Roberta Rei e Marco Fubini hanno ripercorso la storia di quella tragica giornata del 18 gennaio del 2017 quando intorno alle 17.30, una valanga travolse l’hotel Rigopiano di Farindola  dove persero la vita 29 persone. Una video inchiesta che ripercorre la storia evidenziata dagli atti processuali evidenziando come, già nelle ore prima della slavina, siano state depistate le indagini circa le richieste di aiuto inviate alle Autorità da uno dei dipendenti del resort, già la mattina prima della slavina.

Sotto le macerie dell’hotel infatti,  rimasero intrappolate vive 40 persone ma nonostante uno degli ospiti dell’hotel riuscì a dare l’allarme, le richieste di aiuto furono ignorate per ore dopo, salvo poi attivare la macchina dei soccorsi in tarda serata e che raggiunse il resort solo il giorno seguente. Per giorni, le 40 persone, tra dipendenti e ospiti dell’hotel, restarono intrappolati sotto le macerie, solo in 11 ne uscirono vivi.

A perdere la vita, tra le 29 vittime, anche il giovane 28enne originario di Valva, nel salernitano, Stefano Feniello che si trovava a Rigopiano per festeggiare il suo compleanno con la fidanzata Francesca Bronzi, quest’ultima sopravvissuta.

Una tragedia che però, poteva essere evitata se la macchina dei soccorsi fosse stata attivata al mattino, cioè circa 6 ore prima della valanga, quando uno dei dipendenti dell’hotel, deceduto poi sotto la neve, chiese aiuto alla Prefettura e al Comune, richiedendo l’intervento di una turbina spazzaneve per sgomberare la strada che da Farindola portava verso il lussuoso resort. Chiamate quelle della vittima, che avrebbero salvato tutti e 40 gli occupanti del resort ma che  non furono ascoltate e secondo quanto emerso dopo circa due anni dall’inchiesta della Procura, furono addirittura occultate. Depistaggi e incongruenze per i quali la Procura della Repubblica di Pescara ha aperto due filoni d’inchiesta che hanno dato il via a due processi: Rigopiano e Rigopiano bis, che vedono 24 persone e la società titolare del resort, imputati a vario titolo, con l’accusa di disastro colposo, lesioni plurime colpose, omicidio plurimo colposo, falso ideologico, abuso edilizio, omissione d’atti d’ufficio e abuso in atti d’ufficio. Inchiesta che vede coinvolti uomini delle Istituzioni, politici, imprenditori e funzionari pubblici, alcuni dei quali, secondo la Procura, avrebbero tentato di depistare le indagini nelle ore immediatamente successive alla slavina. Depistaggi che hanno dato vita al processo “Rigopiano bis”. 

Intanto però, i parenti delle vittime, tra cui Alessio e Maria, il papà e la mamma di Stefano Feniello che sin dal primo momento hanno definito quanto accaduto un “omicidio di Stato”, continuano a chiedere verità e giustizia per le 29 vittime di una tragedia che ha colpito l’Italia intera e che poteva essere evitata. 

Mariateresa Conte