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Per il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, la realizzazione del Crescent e di piazza Libertà – opere simbolo dell’era deluchiana a Salerno – è “risultata abusiva”: ha “comportato l’alterazione di due tratti del torrente Fusandola e l’occupazione dell’area del demanio marittimo”.

E adesso “la deviazione del corso d’acqua è motivo di preoccupazione per le conseguenze che potrebbero derivarne in caso di evento alluvionale”. Le parole sono contenute nella risposta all’interrogazione parlamentare di Pino Bicchielli, deputato di Noi Moderati. E suonano come frustate, il giorno dopo l’incidente al Crescent, mega complesso di edilizia privata, voluto dall’allora sindaco De Luca.

Ieri pomeriggio, infatti, il forte vento ha causato il distacco di grandi pezzi di intonaco. Provenivano dal solaio della galleria del Crescent. Per fortuna, in quel momento, sulla centralissima piazza Libertà non c’erano passanti. Il vicesegretario nazionale del Codacons, Matteo Marchetti, chiede alla magistratura di “indagare su un fatto così grave ed eclatante, che cada a pezzi uno degli immobili più nuovi della città di Salerno”.

Il Codacons invoca anche l’intervento del prefetto “per interdire e chiudere tutta l’area fino a messa in sicurezza della stessa”. Dal canto suo, Pichetto Fratin evidenzia che il 10 gennaio scorso “è pervenuto a questo Ministero un nuovo atto di diffida e messa in mora, con cui veniva reiterato quanto già indicato nel precedente atto, rimarcando altresì la sussistenza del pericolo d’esondazione del torrente Fusandola nel centro storico di Salerno”.

La diffida è firmata da Italia Nostra e dal Comitato No Crescent. Il ministro, inoltre, constata la “inoperosità delle Amministrazioni preposte a dare esecuzione alla sentenza del Gip oggetto dell’interrogazione”. E annuncia propri ulteriori solleciti a “fornire notizie in merito alle iniziative assunte”. La sentenza evocata è quella del 15 aprile 2021.

Con essa il gip salernitano Giovanna Pacifico “si è pronunciato in merito all’illegittimità di alcune trasformazioni urbanistico-edilizie realizzate nella città di Salerno in assenza dei necessari titoli abilitativi”. Col verdetto si ordina, tra l’altro, di “eseguire il ripristino dello stato dei luoghi”, e di “adottare tutti i provvedimenti cautelari ed inibitori in riferimento al rischio concreto ed accertato di esondazione”.

La sentenza, all’esito di un processo all’abbreviato, condannava a un anno e 8 mesi (pena sospesa) il tecnico comunale Benedetto Troisi (difeso dal penalista Guglielmo Scarlato), poi prosciolto in appello per prescrizione. “La prescrizione però non tocca il merito della questione” ricorda Oreste Agosto, legale di Italia Nostra e Comitato No Crescent.

“Già nel 2021, a seguito della nostra diffida – ricostruisce l’avvocato avemmo un provvedimento del ministero che intimava a Comune di Salerno, Regione Campania-Genio civile, Agenzia del demanio (che si dichiara incompetente, ndr) di dare attuazione alla sentenza del gip. A settembre e dicembre abbiamo fatto altre diffide, riprese poi dall’onorevole Bicchielli per la sua interrogazione”.

Il versante penale del Fusandola – col rito ordinario – vede alla sbarra altre 12 persone. Per la vicenda Crescent – a partire da De Luca – si è chiuso con una raffica di assoluzioni definitive. Il capitolo amministrativo è ancora aperto. “C’è ancora – afferma Agostouna udienza in Consiglio di Stato, rinviata d’ufficio nel 2020, di cui ho reiteratamente chiesto la fissazione, ma che non è stata ancora fissata”.